Le regolamentazioni UE spingono la piattaforma a sospendere progetti in zone di conflitto, tra cui Palestina e Ucraina.
Secondo quanto riportato da The Rage, la piattaforma di crowdfunding Geyser Fund ha annunciato la rimozione di tutti i progetti localizzati in aree di conflitto, tra cui Palestina e Ucraina. La mossa, che colpisce iniziative come “Bitcoin for Palestine”, è stata giustificata come una risposta alle imminenti regolamentazioni europee, in particolare il Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCAR).
Mick Morucci, Ceo di Geyser Fund, ha affermato:
“Ci preoccupiamo dei diritti umani e comprendiamo le ragioni di queste cause, ma realisticamente, se vogliamo continuare ad operare nei prossimi anni, questi sono i tipi di progetti per cui Geyser non è il posto adatto – hanno bisogno di sistemi più sicuri e meno soggetti a censura”.
Il progetto “Bitcoin for Palestine” nato dalla collaborazione tra l’attivista britannico Fumblebtc e Yusef Mahmoud, un tassista palestinese di Gaza, ha raccolto oltre $170.000 tramite Geyser. I fondi erano destinati all’acquisto e alla distribuzione di cibo e acqua per i civili in difficoltà.
La decisione di Geyser Fund si inserisce in un contesto più ampio di crescenti difficoltà per il finanziamento di cause palestinesi. Negli ultimi mesi numerosi Paesi hanno sospeso i finanziamenti alle ONG palestinesi, mentre figure pubbliche, giornalisti e attivisti per i diritti umani hanno subito il congelamento dei conti da parte di provider di servizi di pagamento internazionali.
Fumblebtc, co-fondatore di Bitcoin for Palestine, ha espresso profonda delusione per la decisione:
“Desidero ringraziare Geyser Fund per il loro incredibile supporto a questo progetto sin dall’inizio ed esprimere la mia sincera gratitudine al team. Attribuisco la responsabilità di questa decisione alle regolamentazioni sempre più punitive e alla crescente censura finanziaria, che continuano a tagliare le fonti di sostentamento di coloro che ne hanno più bisogno”.