Roman Sterlingov dovrà scontare 12 anni e mezzo di carcere per aver gestito il servizio di mixing Bitcoin Fog secondo il DoJ.
Roman Sterlingov, ritenuto il fondatore di Bitcoin Fog, è stato condannato a 12 anni e mezzo di reclusione per aver gestito quello che è considerato il più antico servizio di mixing custodial di bitcoin nel dark web. La sentenza, più clemente rispetto ai 20-30 anni richiesti dall’accusa, include anche una sanzione pecuniaria di oltre $395,5 milioni.
Lo scorso marzo, dopo un mese di processo, una giuria aveva dichiarato Sterlingov colpevole di riciclaggio di denaro e gestione di un’attività di trasmissione di denaro senza licenza.
Secondo quanto dichiarato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti l’8 novembre, Bitcoin Fog si era guadagnato negli anni la reputazione di servizio privilegiato per il riciclaggio di denaro criminale. Durante il decennio di attività, la piattaforma ha processato transazioni per oltre 1,2 milioni di bitcoin, per un valore stimato all’epoca di circa $400 milioni.
Il Dipartimento di Giustizia sostiene che i fondi provenivano principalmente da marketplace del darknet e da attività criminali legate a narcotici illegali, crimini informatici, furto di identità e altri atti illeciti.
Sterlingov, che durante il processo si è sempre dichiarato un semplice utente del servizio negando di esserne il gestore o di aver ricevuto commissioni dal servizio, dovrà anche rinunciare a fondi sequestrati per un valore di $1,76 milioni. Inoltre, gli è stato ordinato di rinunciare a 1.345 BTC presenti nel wallet di Bitcoin Fog, per un valore superiore a $103 milioni. Tuttavia, i 21.300 bitcoin che Sterlingov avrebbe guadagnato gestendo Bitcoin Fog non sono mai stati trovati dal governo degli Stati Uniti dopo oltre sette anni di indagini.
Il suo avvocato difensore, Tor Ekeland, aveva sostenuto che l’accusa non disponeva di testimoni oculari né di prove concrete che collegassero direttamente il suo cliente alle operazioni della piattaforma. Ekeland ha sottolineato l’assenza di documenti che potessero collocare il suo assistito alla guida di Bitcoin Fog, evidenziando quelli che, a suo dire, erano dei punti deboli nel caso dell’accusa. Il team di difesa di Sterlingov aveva richiesto che il giudice imponesse una pena detentiva non superiore a sette anni e mezzo.
Le prove che hanno portato all’incarcerazione di Sterlingov derivano tutte dall’utilizzo di Reactor, il software proprietario di Chainalysis, una società specializzata nell’analisi on-chain. La compagnia è stata oggetto di critiche per non aver fornito alcuna prova sulla validità scientifica del suo programma, né è stata in grado di presentare ai tribunali i coefficienti di errore.
Reactor si basa su una serie di euristiche: per accusare Sterlingov, Chainalysis ha utilizzato l’euristica comportamentale, che consiste nell’analizzare il comportamento delle transazioni sulla blockchain, come il tipo di indirizzi utilizzati, il comportamento del resto nelle transazioni, l’orario dei pagamenti, l’importo trasferito, e così via. In questo modo, si cerca di individuare pattern nelle transazioni.
Il problema di tale euristica è la sua estrema imprecisione. In precedenza Elizabeth Bisbee, responsabile delle indagini di Chainalysis, ha riconosciuto che le metodologie di clustering di Chainalysis non sono state sottoposte a un processo di peer review, come avverrebbe per una pubblicazione scientifica, dove dati e metodi verrebbero esaminati in modo indipendente da altri esperti del settore.
Il giudice ha comunque ritenuto il software Reactor “sufficientemente affidabile”, affermando che non è necessaria una precisione assoluta per essere utile come prova.
La condanna si inserisce in un più ampio giro di vite delle autorità americane contro i servizi di mixing e coinjoin di criptovalute. Anche altri gestori di servizi simili sono finiti nel mirino della giustizia: Roman Storm, co-fondatore di Tornado Cash, affronterà un processo per riciclaggio nel 2025, mentre Keonne Rodriguez, sviluppatore di Samourai Wallet, si è dichiarato non colpevole ed è stato rilasciato su cauzione.
La giornalista L0la L33tz, ha definito il caso “un grave errore giudiziario” e “un altro passo nella guerra del governo USA alla privacy finanziaria”.