La Corte ribalta la decisione del Tesoro: gli smart contract non sono proprietà sanzionabile.
Il 26 novembre la Corte d’Appello degli Stati Uniti ha emesso una sentenza che va contro l’autorità del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, dichiarando illegittime le sanzioni contro il mixer Tornado Cash.
La decisione rappresenta un punto di svolta nella definizione giuridica di smart contract. Un gruppo di tre giudici ha stabilito che gli smart contract di Tornado Cash non possono essere classificati come proprietà e quindi non sono soggetti a sanzioni secondo l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA).
I giudici hanno smontato le accuse del Tesoro, sostenendo che l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) ha oltrepassato i propri poteri regolatori. Dal momento che gli smart contract di Tornado Cash sono autonomi e privi di proprietà, non rientrano nella giurisdizione dell’OFAC.
La corte si è schierata contro la strategia di regolamentazione del governo, stabilendo tre principi chiave:
- ha definito gli smart contract come semplici “linee di codice” che non possono essere sanzionate secondo le attuali normative OFAC;
- ha sottolineato che gli smart contract non sono controllati dagli sviluppatori, distinguendo tra software “mutevoli” e “immutabili”;
- ha riconosciuto che il quadro normativo dell’OFAC potrebbe essere obsoleto per essere applicato alle tecnologie moderne, ma ha affermato esplicitamente di “rifiutare l’invito del Dipartimento a creare diritto attraverso l’interpretazione giudiziaria”, dichiarando che: “Legiferare è compito del Congresso—e solo del Congresso”.
La sentenza ribalta la precedente decisione del tribunale.
Bill Hughes, avvocato di Consensys, ha commentato che gli smart contract sono semplicemente “linee di codice”, più simili a uno strumento che a un servizio. Tale interpretazione giuridica potrebbe avere importanti implicazioni per il futuro riguardo al trattamento legale della tecnologia open source.
Ad agosto 2022 il Tesoro aveva accusato Tornado Cash di aver facilitato il riciclaggio di oltre $7 miliardi in asset digitali tra il 2019 e il 2022. Nonostante tale accusa, la Corte ha ritenuto che sanzionare del codice informatico immutabile sia un’azione al di fuori dei poteri congressionali.
Paul Grewal, Chief Legal Officer di Coinbase, ha sottolineato l’importanza della decisione, affermando che bloccare una tecnologia open source a causa delle azioni di una piccola parte dei suoi utenti non rientra nei poteri del Congresso degli Stati Uniti.
La causa era stata intentata da sei utenti di Tornado Cash supportati da Coinbase, che hanno contestato l’inserimento di 44 indirizzi di smart contract nella lista dei Specially Designated Nationals (SDN). I sei utenti avevano sostenuto che la sanzione fosse un abuso di potere, in quanto Tornado Cash non è una persona né un’entità, ma un software.
Sebbene la sentenza rappresenti una svolta positiva, Hughes ha precisato che lo status bloccato di Tornado Cash rimane invariato. Il caso tornerà ora al tribunale distrettuale per un riesame nel rispetto dei nuovi criteri stabiliti.