Il Parlamento approva uno studio sulla fattibilità del mining, nonostante l’opposizione del Consiglio di Governo.
Il Parlamento del Cantone di Berna ha approvato, con 85 voti favorevoli e 46 contrari, la realizzazione di uno studio approfondito sul mining di Bitcoin. L’iniziativa, promossa dal Gruppo Parlamentare Bitcoin composto da 23 membri multipartitici, potrebbe segnare un punto di svolta nonostante la resistenza dell’esecutivo cantonale.
Lo studio si concentrerà su tre aspetti chiave: l’identificazione delle fonti di energia in eccesso nel cantone, le potenziali collaborazioni con i miner svizzeri e l’impatto del mining sulla stabilità della rete elettrica. Il modello di riferimento è quello del Texas, dove l’integrazione del mining nelle politiche energetiche ha già dimostrato risultati promettenti.
Secondo la proposta creare un ambiente favorevole per le aziende legate a Bitcoin potrebbe dare a Berna un vantaggio competitivo rispetto ad altre regioni che aspirano a diventare poli di innovazione nel settore dei digital asset:
“Le aziende di mining di Bitcoin portano investimenti, creano posti di lavoro e aiutano molte parti del mondo a sviluppare fonti di energia rinnovabile. Da diversi anni, il mining di Bitcoin è una delle industrie più ecologiche al mondo”.
Attraverso un post su X, il parlamentare Samuel Kullmann ha commentato:
“Nonostante il dibattito sia stato influenzato da classici argomenti FUD (Fear, Uncertainty, Doubt), la proposta ha trovato una chiara maggioranza, segnalando un cambio di narrativa sul Bitcoin”.
Il Consiglio di Governo, pur opponendosi all’iniziativa, ha sollevato preoccupazioni sulla dimensione internazionale del consumo energetico, considerando che il cantone è un esportatore di energia. Ha inoltre evidenziato la crescente domanda energetica da parte dei data center tradizionali.