Gli analisti di JPMorgan rivelano una crescente domanda per i beni rifugio come Bitcoin e oro contro l’incertezza geopolitica e l’inflazione.
Secondo un report di JPMorgan del 3 gennaio condiviso con alcune testate del settore, il “debasement trade” – ovvero l’investimento in oro e Bitcoin come protezione dalla svalutazione delle valute fiat – è destinato a consolidarsi nel tempo. La banca d’affari americana evidenzia come i due asset stiano assumendo un ruolo sempre più rilevante nei portafogli degli investitori tradizionali.
Il fenomeno è guidato da molteplici fattori: l’incremento dell’instabilità geopolitica dal 2022, i timori per l’inflazione a lungo termine e le preoccupazioni legate agli elevati deficit pubblici nelle principali economie mondiali.
A confermare tale tendenza sono i dati sui flussi di capitale nel mercato dei digital asset, che hanno toccato livelli record nel 2024. Particolarmente significativo l’aumento dell’interesse istituzionale: ad esempio l’open interest sui futures Bitcoin è passato da $18 miliardi a gennaio a oltre $55 miliardi a dicembre.
Anche alcuni Stati degli USA hanno iniziato a considerare Bitcoin come copertura contro l’incertezza fiscale. Secondo i dati gli ETF spot su Bitcoin hanno superato i $100 miliardi in asset in gestione (AUM) a novembre.
Secondo l’asset manager svizzero Sygnum Bank i crescenti flussi istituzionali potrebbero generare “shock della domanda” positivi, con potenziali impatti rialzisti sul prezzo di Bitcoin nel 2025. La banca statunitense Citibank evidenzia come i flussi negli ETF siano tra gli indicatori più rilevanti, in quanto rappresentano principalmente nuovi capitali che entrano nel settore.