Le autorità thailandesi hanno scoperto un’attività illegale che sottraeva ingenti quantità di energia elettrica per minare bitcoin.
In Thailandia la polizia ha sequestrato 996 miner di Bitcoin presso la società JIT Co., situata nel distretto di Phanat Nikhom della provincia di Chon Buri. L’azienda, formalmente registrata per il trading di asset digitali, è ora al centro di un’indagine per furto di energia elettrica su larga scala.
Secondo quanto riportato dal Bangkok Post, l’operazione è stata coordinata dalla Divisione per la Repressione del Crimine (CSD) in collaborazione con l’Autorità Provinciale dell’Elettricità (PEA). Il comandante della CSD, Pol Maj Gen Montree Theskhan, ha dichiarato che i sospetti sono emersi dopo aver rilevato anomalie nei pattern di consumo energetico dell’azienda.
L’azienda avrebbe manomesso i contatori elettrici per mascherare l’effettivo consumo energetico delle operazioni di mining. Un dipendente, rimasto anonimo, ha confessato agli inquirenti che la manipolazione dei contatori avveniva principalmente durante le ore notturne, mentre di giorno il sistema operava regolarmente per evitare sospetti.
Secondo le stime preliminari della PEA, il danno economico causato dal furto di energia ammonta a centinaia di milioni di baht, equivalenti a diversi milioni di dollari. Le autorità stanno ancora quantificando l’esatto ammontare delle perdite mentre proseguono le indagini per identificare tutti i responsabili dell’operazione illegale.
La CSD ha confermato che richiederà mandati di arresto per i responsabili non appena l’indagine sarà completata.