L’articolo è il primo di sei approfondimenti dedicati alle tematiche principali del libro “L’Individuo Sovrano”, l’opera scritta da William Rees-Mogg e James Dale Davidson che anticipa la trasformazione degli Stati moderni nell’era dell’informazione.
La storia ci insegna che ogni grande rivoluzione tecnologica porta con sé profondi cambiamenti nelle strutture di potere. Come la polvere da sparo mise fine al dominio dei cavalieri e feudatari medievali, oggi il “microprocessore, Internet e la crittografia” stanno erodendo le fondamenta dello Stato-nazione moderno come entità dominante nell’organizzazione sociale.
Nel libro “L’Individuo Sovrano”, Davidson e Rees-Mogg delineano un futuro in cui il tradizionale monopolio statale della violenza e della tassazione viene progressivamente smantellato dalla tecnologia digitale. In passato gli Stati hanno prosperato grazie ai “rendimenti della violenza” su larga scala, potendo controllare territori, risorse e cittadini grazie alla forza e alla burocrazia, cioè la forza non sfacciatamente violenta dello Stato. Oggi però, la tecnologia consente agli individui di sfuggire a tale controllo, trasferendo le loro attività economiche nel cyberspazio, un territorio senza confini fisici né giurisdizioni tassabili, dove le transazioni digitali sfuggono al controllo delle autorità tradizionali.
Secondo gli autori, nei prossimi decenni gli Stati potrebbero perdere dal 50 al 70% della loro capacità fiscale. Tale crollo innescherà probabilmente reazioni disperate come:
- inflazione incontrollata;
- confische arbitrarie di beni;
- tentativi di “rapimento fiscale” dei cittadini più abbienti.
Tuttavia, tali tentativi si scontreranno con la mobilità del capitale digitale e con le difese crittografiche ora disponibili ai singoli individui. Per la prima volta nella storia, il cittadino comune può proteggere efficacemente la propria ricchezza senza dover dipendere dalla forza bruta.
Per gli autori, il cyberspazio emergerà come il “paradiso fiscale definitivo”, un ambiente dove le transazioni avvengono al di fuori della portata delle autorità tradizionali. Ciò porterà a una “frammentazione della sovranità”: gli Stati monolitici lasceranno il posto a giurisdizioni più piccole e competitive, simili alle città-stato del passato, che offriranno servizi di protezione e governance su base contrattuale.
Tale transizione non sarà pacifica. I governi reagiranno con violenza, tentando di limitare l’accesso a strumenti come la crittografia e imponendo forme di censura digitale. Ma questi sforzi saranno temporanei e inefficaci.
La sovranità, un tempo monopolio statale, si “commercializzerà”, trasformando i cittadini in clienti e i governi in fornitori di servizi in competizione tra loro. La politica tradizionale, simbolo dell’era industriale, diventerà un anacronismo “comico”, come potevano essere comici e inutili dei cavalieri in armatura sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale.