Il Presidente Bukele promette di continuare ad acquistare bitcoin nonostante l’accordo con l’istituzione da $1,4 miliardi lo impedisca.
Il recente accordo tra El Salvador e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha riacceso il dibattito sull’esperimento Bitcoin nel Paese centroamericano. Le nuove restrizioni imposte dall’FMI per ottenere un prestito da $1,4 miliardi sembrerebbero minare la strategia Bitcoin del Presidente Nayib Bukele.
Le restrizioni imposte dall’FMI
Il 3 marzo l’FMI ha presentato le nuove condizioni restrittive per El Salvador nell’ambito dell’accordo di finanziamento. Tra le richieste figurano:
– divieto di accumulo volontario di bitcoin da parte del settore pubblico;
– proibizione delle attività di mining;
– restrizioni sull’emissione di strumenti di debito tokenizzati legati a Bitcoin;
– modifiche alla Ley Bitcoin per eliminare l’obbligo di accettazione come corso legale.
Méndez Bertolo, direttore esecutivo dell’FMI per El Salvador, ha detto che il programma mira a “migliorare governance, trasparenza e resilienza” dell’economia salvadoregna, affermando che “i rischi legati a Bitcoin vengono mitigati” dalle nuove disposizioni.
La risposta di Bukele
Nonostante l’apparente capitolazione alle richieste dell’FMI con l’approvazione parlamentare di emendamenti che rendono facoltativa l’accettazione di bitcoin, il Presidente Bukele ha affermato su X:
“Questo finisce tutto ad aprile. Questo finisce tutto a giugno. Questo finisce tutto a dicembre. No, non si fermerà. Se non si è fermato quando il mondo ci ha ostracizzato e la maggior parte dei ‘bitcoiner’ ci ha abbandonato, non si fermerà ora, e non si fermerà in futuro.
Proof of work > proof of whining (prova di lavoro > prova di lamento)”.
La situazione economica
El Salvador, con i suoi 6,5 milioni di abitanti, sta affrontando diverse sfide economiche:
– un debito pubblico del 101,7% del PIL nel 2023 secondo la Banca Mondiale;
– una crescita economica stimata al 3% per il 2025 in base ai dati dell’FMI;
– l’8,6% della popolazione vive con meno di $3,20 al giorno secondo i dati di Statista del 2022;
– rimesse dall’estero che costituiscono il 23,7% del PIL nel 2022 secondo Wikipedia.
Con un interesse sul debito pubblico del 4,54% del PIL e oltre $1,2 miliardi in pagamenti annuali di interessi, il Paese si sarebbe rivolto all’FMI per l’ottenimento di un nuovo prestito secondo quanto riportato da Unseen Finance, ex membro dell’FMI ed ex banchiere centrale, in un articolo su Substack.
Unseen Finance ha affermato:
“I Paesi si rivolgono all’FMI quando si trovano nelle condizioni finanziarie più disperate. L’FMI non è intervenuto per imporre un accordo a El Salvador. El Salvador non ha “ceduto” alla pressione dell’FMI per ottenere un prestito. La decisione di richiedere un prestito spetta a ciascun Paese e al suo governo”.
L’ex membro dell’FMI ha continuato:
“El Salvador è in difficoltà finanziarie da decenni, molto prima che il presidente Bukele ereditasse la situazione. I sostenitori di Bitcoin devono accettare che la richiesta di un accordo con l’FMI fosse già una probabilità del 99% fin dal 2019. Tuttavia, il governo ha cercato di rinviare la necessità di rivolgersi formalmente all’FMI per qualche anno e ha tentato di minimizzare la richiesta quando questa è diventata realtà. Nella mia valutazione, Bitcoin non ha migliorato né peggiorato materialmente la situazione finanziaria di El Salvador”.
L’accordo con l’FMI, oltre al prestito diretto di $1,4 miliardi, prevede un pacchetto finanziario complessivo di circa $3,5 miliardi, includendo supporto dalla Banca Mondiale e dalla Banca Interamericana di Sviluppo.
Il rapporto tra FMI ed El Salvador
L’adozione di Bitcoin come moneta a corso legale a settembre 2021 ha rappresentato un punto di rottura tra lo Stato centroamericano e l’istituzione, con l’FMI che ha ripetutamente espresso preoccupazioni per:
– rischi di stabilità finanziaria;
– volatilità dell’asset;
– potenziale facilitazione di attività illecite;
– impatto sul rating creditizio del Paese.
Prima dell’attuale accordo i negoziati erano in stallo proprio a causa della politica legata a Bitcoin di Bukele.
Secondo Unseen Finance, El Salvador deve ancora far convalidare dall’FMI le modifiche necessarie per ottenere l’approvazione del prestito. La verifica non è stata completata, quindi potrebbero esserci ulteriori modifiche o regolamenti. Se El Salvador non rispetterà gli accordi, il prestito non sarà approvato. Se il prestito verrà approvato, l’FMI verificherà periodicamente il rispetto dei termini, con versamenti successivi ogni sei mesi, fino al completamento del prestito, che dovrà essere rimborsato entro 10 anni.
Le reazioni all’accordo
La dichiarazione di Bukele pone molti interrogativi. Samson Mow, Ceo di Jan3, ha commentato:
“Se c’è una scappatoia per continuare ad acquistare, non l’ho trovata nel documento. Se il piano è semplicemente sfidare apertamente l’FMI, non credo sia positivo per i prestiti aggiuntivi o per presentare l’immagine di un Paese serio e stabile”.
John Dennehy, fondatore dell’iniziativa educativa Mi Primer Bitcoin, ha evidenziato la contraddizione nelle posizioni ufficiali di El Salvador. Il documento dell’FMI include una Lettera d’Intenti (LOI) firmata dal governo salvadoregno l’11 febbraio da cui emergono i seguenti impegni:
- il governo dichiara formalmente che “non accumulerà più nuovi bitcoin nel proprio portafoglio”, come concordato con l’FMI;
- il documento definisce chiaramente cosa costituisce “settore pubblico” e proibisce qualsiasi nuovo accumulo di bitcoin (eccetto per sequestri);
Come ha sottolineato Dennehy, è logicamente impossibile che entrambe le posizioni siano vere simultaneamente: o il governo rispetterà gli accordi firmati con l’FMI, rinunciando all’accumulo di bitcoin, oppure seguirà la linea provocatoria di Bukele, rischiando conseguenze sul piano delle relazioni finanziarie internazionali.
Il comunicato dell’FMI è chiaro:
“Gli impegni del programma limiteranno il coinvolgimento del governo nelle attività economiche legate a Bitcoin, così come le transazioni governative e gli acquisti di Bitcoin”.
Nonostante tali restrizioni, per Unseen Finance, El Salvador potrà mantenere gli oltre 6.100 bitcoin già acquistati dato che le attuali riserve “non minacciano la stabilità fiscale del Paese”.
Inoltre il report dell’FMI sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza riguardo il “Bitcoin Office” e al suo ruolo nella strategia del Paese. Secondo il documento, l’ufficio dovrà rendere pubbliche le informazioni sui wallet legati alle sue operazioni.