La Slovenia considera l’introduzione di una tassa del 25% sui profitti da criptovalute, colmando un vuoto normativo che favoriva gli investitori individuali.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, il Ministero delle Finanze sloveno ha recentemente presentato una proposta legislativa che prevede l’introduzione di una tassa del 25% sui profitti derivanti dalle transazioni in criptovalute.
Attualmente in Slovenia i trader individuali di criptovalute godono di un’esenzione fiscale mentre le aziende sono soggette a tassazione. Ora il governo intende correggerre tale disparità. La nuova proposta mira a equiparare il trattamento fiscale degli investimenti in criptovalute a quello degli investimenti tradizionali.
Secondo il disegno di legge, i profitti realizzati dalla conversione di criptovalute in valuta fiat o dall’utilizzo di criptovalute per l’acquisto di beni e servizi sarebbero soggetti alla nuova aliquota del 25%. Lo scambio di una criptovaluta con un’altra rimarrebbe esente da tassazione.
Gli obblighi per i possessori
La nuova normativa introdurrebbe diversi obblighi per i contribuenti. Gli investitori dovrebbero:
- mantenere registri dettagliati delle loro transazioni;
- presentare dichiarazioni fiscali annuali entro il 31 marzo dell’anno successivo;
- documentare accuratamente profitti e perdite.
Anche per i commercianti sono previste nuove regole: chi accetta pagamenti in criptovalute superiori a €500 dovrà segnalare tali transazioni alle autorità fiscali.
Il disegno di legge esclude alcune categorie di asset digitali dal nuovo quadro fiscale, tra cui i security token e gli NFT.
Per facilitare la transizione al nuovo regime fiscale, tutti gli asset digitali detenuti prima del 2026 beneficeranno di un “reset”: il costo di acquisizione sarà fissato al valore di mercato al 1° gennaio 2026, semplificando così il calcolo delle plusvalenze future.
Il Ministero delle Finanze sloveno stima che la nuova tassa potrebbe generare entrate annuali comprese tra 2,5 e 25 milioni di euro.
Il Ministero ha richiesto feedback pubblici sulla proposta, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2026, in attesa dell’approvazione parlamentare. I commenti pubblici sulla proposta possono essere inviati fino al 5 maggio.