Una divergenza di vedute tra sviluppatori e comunità sulla gestione dei dati sulla timechain scatena il dibattito.
La questione che ha acceso la discussione all’interno della comunità Bitcoin riguarda l’eliminazione completa dei limiti al campo OP_RETURN nelle transazioni Bitcoin.
OP_RETURN è una funzionalità di Bitcoin che permette di inserire piccole quantità di dati arbitrari (come testo o messaggi) all’interno di una transazione sulla timechain. Si tratta di uno spazio in cui si possono “scrivere” informazioni che verranno conservate permanentemente sulla blockchain di Bitcoin.
Attualmente, Bitcoin Core, l’implementazione software principale, impone dei limiti a questo campo, limitando la quantità di dati che possono essere inseriti a 80 byte.
La recente proposta avanzata dallo sviluppatore Peter Todd suggerisce di rimuovere completamente tali limiti. Secondo i sostenitori di questa modifica, la motivazione principale sarebbe che i limiti esistenti sono facilmente aggirabili da chi vuole comunque inserire grandi quantità di dati nella blockchain.
Gli sviluppatori favorevoli sostengono che chi aggira questi limiti finisce per causare danni maggiori alla rete in due modi:
- contribuisce a ingrandire eccessivamente l’UTXO set (l’insieme dei bitcoin non spesi, che ogni nodo deve mantenere in memoria);
- utilizza metodi alternativi (servizi di accelerazione delle transazioni come MARA Slipstream) che rendono meno accurata la stima delle commissioni nelle mempool.
L’opposizione della comunità
Una parte della comunità Bitcoin, tra questi lo sviluppatore Luke Dashjr, ha reagito negativamente alla proposta, portando a un dibattito che si sta intensificando. Le principali obiezioni sono:
- legittimazione degli “spammer”: modificare Bitcoin Core per assecondare chi vuole inserire grandi quantità di dati equivale a legittimare un comportamento che molti considerano dannoso per la rete;
- nessuna garanzia di uso corretto: rimuovere i limiti non garantisce che le persone utilizzeranno tale funzionalità in modo responsabile;
- preoccupazioni sull’integrità della blockchain: alcuni temono che questo potrebbe portare a un uso eccessivo della blockchain per scopi non finanziari.
Tensioni nella governance
Molti utenti hanno segnalato che i loro commenti critici sono stati eliminati o nascosti dalla discussione ufficiale su GitHub, alimentando accuse di censura e mancanza di trasparenza.
Luke Dashjr e Bitcoin Mechanic, contrari all’idea di allentare i filtri, sono stati esclusi dal dibattito sul repository.
Giacomo Zucco, direttore di Plan B Network, ha definito i moderatori “completamente fuori controllo” e una “cricca di politici autoproclamati”.
Samson Mow, Ceo di Jan3, ha commentato:
“Bitcoin Core non è una democrazia governata a colpi di voti. Dovrebbe basarsi su un consenso approssimativo. Chiunque può vedere che non esiste alcun consenso sull’allentare i limiti di OP_RETURN. Insistere su questa modifica significa imboccare una strada molto pericolosa”.
Adam Back, Ceo di Blockstream, ha affermato:
“Cambiare qualcosa in Bitcoin è rischioso, perché gli effetti collaterali sono complessi e difficili da prevedere con la semplice intuizione. Anche una decisione a livello di policy può avere conseguenze economiche. (Contrariamente a quanto pensano i ragionatori binari: “può essere aggirata quindi non ha effetto” — sbagliato!)”.
Attualmente si assiste a uno scenario in cui sembra esserci un consenso favorevole tra gli sviluppatori principali, ma un forte dissenso nella comunità più ampia.
Al momento, la pull request su GitHub è stata bloccata. In situazioni di forte disaccordo, spesso la scelta più prudente è mantenere lo status quo fino a quando non emerga un reale consenso.