Un nuovo studio di Alex de Vries, storico critico di Bitcoin, suggerisce che ogni transazione consumi il corrispettivo di una piscina da giardino piena d’acqua.
Il nuovo paper di Alex de Vries della Vrije Universiteit Amsterdam sostiene che ogni transazione Bitcoin utilizzi, in media, una quantità d’acqua sufficiente a riempire una piscina da giardino. Il calcolo evidenzia un consumo intorno a sei milioni di volte superiore rispetto a quello utilizzato in un tipico prelievo con carta di credito.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Cell Reports Sustainability, il motivo principale del grande consumo d’acqua da parte di Bitcoin è legato alla quantità di potenza di calcolo necessaria per il suo funzionamento. Stando ai creativi calcoli di de Vries, nel 2021 il consumo d’acqua derivante dalle operazioni di mining avrebbe raggiunto quasi i 1.600 miliardi di litri (o 1.600 gigalitri GL) e si stima che tale cifra potrebbe superare i 2.200 GL nel 2023.
Secondo de Vries, l’attività di mining si traduce in una competizione tra dispositivi specializzati per confermare per primi il blocco successivo, il che significherebbe che la stessa transazione verrebbe elaborata più volte da diversi computer potenti ed energivori. La realtà dei fatti è molto diversa, come spiegato nell’approfondimento sul mining.
Lo studio suggerisce come una modifica al modo in cui Bitcoin funziona potrebbe ridurre drasticamente l’uso dell’energia e quindi del consumo idrico. L’autore afferma che, con il passaggio alla Proof of Stake nel settembre 2022, Ethereum ha ridotto il suo consumo energetico di almeno il 99.84%. La BBC, nel riportare i dati dello studio, dà voce anche al professor James Davenport dell’Università di Bath, il quale spiega il motivo in modo molto semplice: “
“E’ stato possibile solo perché la gestione di Ethereum è significativamente più centralizzata rispetto a quella di Bitcoin”.
Miglioramenti ambientali ed energetici nel mining
Nonostante le critiche avanzate da De Vries, negli ultimi anni sono nate diverse iniziative tese a rendere il mining più sostenibile. Tra queste, spicca l’introduzione di fattorie per l’hydro-cooling e l’utilizzo di gas di scarico. Inoltre è importante sottolineare che l’acqua utilizzata per il raffreddamento industriale degli ASIC non viene distrutta, ma spesso riciclata. Infine occorre ricordare che le operazioni di mining utilizzano spesso l’energia elettrica in eccesso proveniente da impianti idroelettrici.
Anche per quanto riguarda l’energia, la situazione sta migliorando. Uno studio della Cornell University ha rilevato che i progetti di energia eolica e solare possono beneficiare del mining durante le loro fasi di sviluppo pre-commerciale. L’instaurazione di operazioni di mining potrebbe ridurre l’impatto ambientale e generare ricavi da investire in futuri progetti di energia rinnovabile.
Un paper realizzato da diverse personalità del settore ha mostrato come il mining possa rappresentare l’attività ideale per stabilizzare le reti elettriche e favorire la transizione a fonti di energia rinnovabile.