Intervista a Brett Morrison, creatore dell’app che permette di votare digitalmente implementando Bitcoin e Nostr: True Vote. Il ruolo di Open Timestamps e l’importanza dell’open source per la trasparenza elettorale.
In un’epoca in cui l’integrità delle democrazie e dei sistemi di voto è sempre più sotto esame, le nuove soluzioni non sono solo un lusso, ma una necessità. La ricerca di un meccanismo di voto trasparente, accessibile e sicuro è stata una sfida perenne, spesso ostacolata da problemi logistici e dallo scetticismo del pubblico.
Brett Morrison è un imprenditore con una visione che potrebbe cambiare il modo in cui percepiamo e partecipiamo alle elezioni. Il suo progetto, True Vote, mira a sfruttare la comodità degli smartphone per apportare un cambiamento nel panorama del voto, integrando Bitcoin e Nostr.
Hai creato True Vote, un’app che permette di votare per le elezioni e verificare i voti utilizzando sia Bitcoin che Nostr. Prima di entrare nei dettagli: da dove arriva l’idea?
L’idea è nata per affrontare due problemi primari che affliggono l’attuale sistema di voto. Il primo è la scomodità del voto e il secondo è la mancanza di conferma che il proprio voto sia stato effettivamente conteggiato. L’idea è nata nel 2013-2014, quando ero in fila per votare. Vedendo tutti chini sul proprio telefono, mi sono chiesto perché non votassimo utilizzando i nostri smartphone, visto che ci facciamo quasi tutto il resto .
In quel periodo ero un imprenditore e lo sono tuttora, ho lavorato per un breve periodo per SpaceX, ho svolto alcuni lavori a contratto, poi ho deciso di concentrarmi sul lancio di True Vote. Così ho avviato l’azienda e ho scritto il white paper, poi pubblicato nel 2021. Quello che ho pubblicato di recente è l’implementazione del white paper, che mostra l’app in azione. Nostr è uscito dopo la stesura del white paper, quindi ho aggiunto Nostr in seguito.
Alla luce di eventi come le elezioni statunitensi del 2020, avere un sistema di voto verificabile sembra fondamentale. Puoi spiegare come funziona True Vote, in particolare la sua implementazione di Nostr e di Open Timestamps?
Come massimalisti Bitcoin, evitiamo di utilizzare altri token o di creare nuove blockchain; ci basiamo su Bitcoin. Inizialmente, avevo preso in considerazione l’utilizzo del Lightning Network per True Vote, dove ogni voto avrebbe pagato una minuscola commissione. Poi però ho scoperto Open Timestamps, che offriva un modo per convalidare i dati utilizzando Bitcoin senza creare una nuova transazione. In True Vote, quando viene inviata una scheda elettorale, la sottoponiamo a un hash come checksum. Il checksum è una rappresentazione unica della scheda elettorale che ne garantisce l’integrità. Prendiamo tutti i checksum di tutte le schede elettorali e poi, periodicamente, ad esempio ogni 15 minuti, pubblichiamo una transazione Open Timestamps sulla blockchain Bitcoin.
Questo processo memorizza l’hash per sempre. In pratica dice: “A questa altezza di blocco questo hash era valido”, in modo da poter risalire al voto e sapere che i dati non sono stati manomessi. Open Timestamps, creato dallo sviluppatore Peter Todd, ancorerà questo processo a Bitcoin, dimostrando la sua versatilità non solo come valuta, ma anche come libro mastro immutabile per altre applicazioni. Ed è un modo per utilizzare la blockchain di Bitcoin senza inquinarla con altri elementi come gli Ordinals o gli NFT.
Come fa True Vote a garantire l’anonimato degli elettori, pur collegando i voti alle persone?
Questo era un punto critico del nostro white paper. Abbiamo ottenuto questo risultato scollegando l’ID della scheda elettorale dall’ID dell’utente. Il collegamento tra una scheda specifica e il suo votante è noto solo al votante, protetto dalla sua chiave privata Nostr. Questo assicura che solo il titolare della chiave privata possa identificare la sua scheda, mantenendo l’anonimato dell’elettore. L’app consente agli utenti di generare la propria chiave. C’è una funzione nell’app, come si vede nel video dimostrativo, in cui gli utenti possono generare una chiave con un semplice click.
L’app guida l’utente attraverso il procedimento, assicurandosi che abbia salvato la chiave in modo sicuro prima di procedere. Questa funzione è stata progettata per essere facile da usare, per soddisfare tutti gli utenti, indipendentemente dal loro background tecnico. Ad esempio, una persona come mia madre, che potrebbe non comprendere i tecnicismi delle coppie di chiavi private-pubbliche, può facilmente generare e salvare la sua chiave all’interno dell’app. Il nostro obiettivo era quello di rendere True Vote l’applicazione più accessibile e facile da usare per tutti.
Qual è l’esperienza utente al momento del voto?
Per votare in True Vote, gli utenti devono prima effettuare il login. Tuttavia, non possono votare senza un Codice di Accesso Elettorale (EAC) che viene rilasciato dall’autorità elettorale, sia essa locale, statale o nazionale. È importante notare che True Vote non è un servizio di registrazione degli elettori; gli utenti devono ancora registrarsi per votare attraverso i mezzi tradizionali. Una volta in possesso dell’EAC, possono inviare la loro scheda elettorale attraverso l’app. Il sistema pubblica l’hash dei voti con Open Timestamps ogni 15 minuti, garantendo trasparenza e sicurezza.
Hai dei piani per implementare True Vote in elezioni reali?
Sì, stiamo costruendo delle partnership per offrire True Vote alle elezioni. Abbiamo un partner strategico, Global Election Services, che opera nel settore delle elezioni da 30 anni. Gestisce le elezioni per i sindacati, le associazioni e alcuni comuni e sta aspettando che io consegni un prodotto funzionale. Abbiamo clienti in attesa, pronti a utilizzare la nostra piattaforma non appena sarà completamente sviluppata. Attualmente, abbiamo a disposizione una demo funzionante e prevediamo di rilasciare la prima versione della piattaforma all’inizio del prossimo anno.
Quando pensi che True Vote sarà utilizzato in una vera elezione?
Credo che la prima applicazione reale di True Vote in un’elezione potrebbe avvenire già a marzo 2024. Una volta iniziato, ci aspettiamo di essere impegnati a condurre elezioni frequenti, potenzialmente su base settimanale. Il nostro obiettivo non è limitato agli Stati Uniti; abbiamo progettato True Vote per un pubblico globale.
L’app supporta più lingue ed è destinata all’uso internazionale. Potremmo vedere il suo primo utilizzo in un’elezione nazionale al di fuori degli Stati Uniti, magari in un Paese più piccolo e più agile, in modo simile a come El Salvador è stato il primo ad adottare il Bitcoin come moneta legale. Sebbene gli Stati Uniti siano un mercato target significativo, siamo aperti al lancio in altri Paesi dove l’adozione potrebbe essere più rapida.
Abbiamo già attirato l’attenzione di Stati esteri come il Sudafrica. Si stanno preparando per un’importante elezione e hanno espresso interesse per True Vote. L’obiettivo è che Paesi diversi dagli Stati Uniti adottino questa tecnologia con entusiasmo.
Quanto è importante che un’applicazione come True Vote sia open source?
È assolutamente fondamentale. Il sospetto verso i sistemi elettorali chiusi, in particolare negli Stati Uniti, è un problema significativo. Le persone non si fidano di queste aziende oscure e “ultra-sicure”, il cui funzionamento interno è sconosciuto. L’open source è fondamentale per il software elettorale; opporvisi è indifendibile. I tentativi passati di creare sistemi di voto sono falliti perché erano closed source e non godevano della fiducia del pubblico.
Considerando l’approccio open source, ti preoccupa che i concorrenti possano copiare il tuo modello di business?
Il fatto che True Vote sia open source è una caratteristica fondamentale: è costruito per tutti. Se altri vogliono replicarlo per migliorare la trasparenza e l’integrità delle elezioni, soprattutto nelle democrazie emergenti, lo sostengo pienamente.