Il 5 febbraio è atteso lo scontro legale tra Craig Steven Wright e il suo team di avvocati contro l’organizzazione no-profit COPA: la situazione attuale e i dettagli.
La battaglia legale di Craig Steven Wright non si ferma e continuerà almeno fino al 5 febbraio 2024.
Dopo aver affermato di essere Satoshi Nakamoto, dal 2016 Craig Wright intenta azioni legali nei tribunali inglesi contro chiunque lo accusi online di essere un truffatore. Il motivo è che nel Regno Unito le leggi sulla diffamazione sono particolarmente favorevoli al querelante: l’onere della prova spetta all’accusato, cioè è quest’ultimo a dover dimostrare che le proprie dichiarazioni non sono diffamatorie. Si tratta di una differenza sostanziale rispetto a molti altri sistemi legali, dove è il querelante a dover provare che la dichiarazione è diffamatoria.
La prima causa è stata intentata contro Peter McCormack, autore del podcast What Bitcoin Did. La battaglia legale era scaturita da un episodio del 2019, dove McCormack citava Wright chiamandolo “bugiardo e truffatore”.
Il processo si è svolto presso la High Court di Londra e si è concluso nel luglio 2023 con una sentenza che, solo formalmente, ha condannato McCormack ma, di fatto, può essere considerata a suo favore. Il giudice ha stabilito che McCormack aveva diritto a esprimere le sue opinioni su Wright, ma ha anche affermato che aveva avanzato false dichiarazioni per sostenere la sua opinione. In particolare, McCormack aveva affermato che Wright avesse falsificato le prove per dimostrare di essere Satoshi Nakamoto. Il giudice ha stabilito che McCormack non aveva prove sufficienti per sostenere questa affermazione.
Per questo motivo, nella sentenza di primo grado a McCormack è stato ordinato di pagare a Wright un risarcimento simbolico di 1 sterlina.
Nelle motivazioni della sentenza il giudice ha scritto:
“La tesi deliberatamente falsa sul grave danno avanzata dal dottor Wright fino a pochi giorni prima del processo richiede più di una semplice riduzione del risarcimento dei danni. A mio avviso, è inconcepibile che il dottor Wright riceva più di un risarcimento nominale“.
In seguito, Wright ha presentato appello contro la sentenza, ma l’appello è stato respinto dalla Corte Suprema il 26 gennaio 2024. La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, affermando che McCormack aveva diritto a esprimere le sue opinioni su Wright.
La seconda causa legale ha coinvolto Magnus Granath, noto su Twitter con lo pseudonimo Hodlonaut.
Granath ha definito diverse volte Wright un “patetico truffatore”, “cringe”, “chiaramente malato di mente”, sostenendo che non fosse Satoshi Nakamoto.
Da cittadino norvegese, nel 2019 Granath ha fatto a sua volta causa a Wright nel suo Paese natale per ottenere, con successo, l’archiviazione del procedimento britannico per difetto di giurisdizione. Le udienze si sono svolte quindi a Oslo e, il 20 ottobre 2022, è arrivata la sentenza. Oltre a condannare Wright a versare a Granath 4.053.750 corone norvegesi per le spese legali, l’equivalente di $383.000, per la prima volta un tribunale si è pronunciato espressamente sulla vera identità di Satoshi Nakamoto:
“Entrambe le parti hanno cercato di dimostrare rispettivamente che Wright è e non è Satoshi Nakamoto. Il tribunale sottolinea che le prove portate nel caso non sono idonee a modificare la sua opinione prevalente, secondo cui Craig Wright non è Satoshi Nakamoto. Sono stati prodotti diversi documenti che Wright sostiene essere versioni iniziali del White Paper e del codice sorgente. Le analisi forensi di KPMG (per conto di Hodlonaut) e di BDO (per conto di Wright) hanno riscontrato che questi documenti contengono, nella migliore delle ipotesi, modifiche inspiegabili che probabilmente sono state apportate dopo la data in cui i documenti sono stati dichiarati. Granath aveva sufficienti basi fattuali per affermare che Wright aveva mentito e imbrogliato nel tentativo di dimostrare di essere Satoshi Nakamoto. Le dichiarazioni non sono illegali“.
Il tribunale ha stabilito che i termini utilizzati da Granath nei confronti di Wright non fossero diffamatori anche per il fatto che le prove portate da Wright a sostegno della sua tesi, quella di essere il vero Satoshi Nakamoto, non sono state convincenti.
Per potersi difendere, Hodlonaut è stato costretto a rivelare la sua identità e a spendere circa $2.400.000 per le spese legali.
La situazione attuale
Nel 2021 la società Tulip Trading di Craig Wright ha citato in giudizio 12 sviluppatori di Bitcoin Core chiedendo loro di riscrivere il codice di Bitcoin in modo tale da consentirle di accedere a 111.000 bitcoin, le cui chiavi private sarebbero state presumibilmente rubate dal computer di Wright.
Negli anni successivi Wright ha deciso di instaurare un’ulteriore causa legale contro 15 sviluppatori di Bitcoin Core e un gruppo di aziende, tra cui Blockstream, Kraken, Coinbase e Block, sostenendo “violazioni dei suoi diritti di copyright” riguardo al “white paper, al formato del file e al database della blockchain di Bitcoin“.
In seguito alle cause legali intentate da Wright, ad aprile 2021, il gruppo di sviluppatori e le aziende coinvolte rappresentati dall’organizzazione no-profit Cryptocurrency Open Patent Alliance (COPA) hanno deciso di citare in giudizio l’imprenditore australiano, accusandolo di aver falsificato documenti per sostenere la sua tesi di essere Satoshi Nakamoto.
La Crypto Open Patent Alliance è un’organizzazione no-profit di persone e aziende formata per promuovere l’adozione e l’avanzamento delle tecnologie legate alle criptovalute e per rimuovere i brevetti come ostacolo alla crescita e all’innovazione.
Il 15 dicembre 2023, durante una revisione pre-processuale, il giudice Edward James Mellor ha ordinato a Craig Wright di pagare un importo di 800.000 sterline per coprire i costi e sostenere le spese legali degli sviluppatori. Wright aveva già versato una somma di 100.000 sterline in precedenza come cauzione per il processo.
Oltre ad aver rinviato il processo al 5 febbraio, il giudice britannico ha anche accettato la richiesta di presentazione di nuove prove riguardanti l’identità di Satoshi Nakamoto, permettendo a Wright di presentare 97 documenti emersi a sostegno della sua tesi. I documenti sarebbero stati trovati in due chiavette USB scoperte in un cassetto della sua abitazione a settembre, e includerebbero il file LaTex, il software open source utilizzato per la preparazione del White Paper di Bitcoin.
Le accuse da parte degli sviluppatori
Durante la causa, gli sviluppatori di Bitcoin Core hanno accusato Wright di creare prove ad hoc, falsificare e manipolare dati e prolungare intenzionalmente le procedure legali.
Secondo loro i nuovi documenti sono emersi solo dopo che gli sviluppatori avevano presentato 50 prove per dimostrare che i materiali precedentemente forniti da Wright erano falsi.
Il 15 dicembre il giudice Mellor ha infine ordinato a Wright di pagare 65.000 sterline per coprire i costi della COPA relativi alle prove sui suoi disturbi dello spettro autistico (ASD, Autism Spectrum Disorders). Wright, infatti, sostiene di essere affetto da ASD e, per questo, ha richiesto formalmente di ricevere per iscritto le domande dell’esame dei testimoni: solitamente, queste ultime vengono effettuate verbalmente in tempo reale ai testimoni stessi per garantire la spontaneità delle risposte. La richiesta di Wright, dunque, sembra un modo per ottenere più tempo per elaborare le risposte che deve fornire in tribunale.
La richiesta è stata contestata dagli sviluppatori, che hanno assunto un esperto per verificare l’effettiva disabilità dell’imprenditore australiano. Di conseguenza, a Wright sarà consentito solo l’accesso al software di deposizione LiveNote Stream e la scrittura delle domande su carta durante il processo.
Richiesta di accordo da parte di Wright
Il 24 gennaio Wright ha inviato alla COPA un’offerta non negoziabile per risolvere i casi discussi nella battaglia legale.
L’offerta di Wright esprime la volontà di raggiungere un accordo su molteplici casi di prolungati scontri legali da lui avviati. La proposta di accordo prevede la rinuncia da parte di Wright ai “diritti di copyright” sui “database di Bitcoin, Bitcoin Cash ed ABC (fork di Bitcoin ora rebrandizzato a ‘eCash’, ndr)” e l’offerta di una licenza irrevocabile alle parti avversarie che “controllano, gestiscono e/o possiedono collettivamente quelle blockchain”.
“In chiara dimostrazione della sincerità della mia offerta – ha scritto Wright – accetto di rinunciare ai miei diritti sul database e ai diritti di copyright relativi ai database di BTC, BCH e ABC, e di offrire una licenza irrevocabile a perpetuità alle mie parti avversarie che controllano, gestiscono e/o possiedono collettivamente quei database, con l’obiettivo di incoraggiare la commercializzazione aperta delle tecnologie in un mercato competitivo e leale, dove i diritti di proprietà intellettuale sono rispettati e sfruttati. Intendo che questa offerta permetta loro di competere equamente, parallelamente a BSV.
Credo che i termini dell’accordo siano in generale non controversi, benefici per l’intera industria e mirino a un nuovo inizio nella storia di Bitcoin per garantirne il successo in qualsiasi forma esso prenda.”
L’offerta prevedeva sette giorni per essere esaminata, ma la risposta da parte dell’organizzazione è arrivata nel giro di qualche ora. Attraverso un tweet, COPA ha comunicato l’intenzione di rifiutare l’offerta di accordo da parte di Wright.
“Rifiuto categorico di tale ‘accordo’.
Proprio come Craig Wright falsifica documenti e non racconta esattamente la verità, anche la sua descrizione dell’offerta di accordo non è del tutto accurata: presenta delle scappatoie che gli consentirebbero di citare nuovamente in giudizio le persone.”
“Inoltre, ci costringerebbe ad accettare che lui è Satoshi. Date un’occhiata alla disamina di COPA dei nuovi documenti che Wright ha affermato che gli farebbero vincere la causa – e che persino secondo l’esperto di Wright sono falsificati:”
Anche Paul Grewal, chief legal officer di Coinbase, ha voluto spiegare in un articolo le motivazioni per le quali sia arrivato il momento di porre fine alla campagna di false rivendicazioni di proprietà intellettuale di Craig Wright:
“Wright deve essere fermato in modo permanente dall’effettuare simili affermazioni, minacciando sviluppatori e aziende con cause legali fraudolente sulla proprietà intellettuale e consumando tempo e risorse preziose necessarie per costruire i prodotti innovativi che un sistema finanziario moderno richiede.”
A questo punto si attende soltanto il 5 febbraio, giorno in cui andrà in scena il processo tra Craig Steven Wright e l’organizzazione no-profit COPA.