Un nuovo articolo mette in luce i “problemi” di Bitcoin: debunking delle critiche.
Il 22 febbraio la Banca centrale europea ha pubblicato un nuovo articolo contro Bitcoin dal titolo “Approvazione ETF per Bitcoin – i nuovi abiti dell’imperatore nudo“. Secondo i due autori, Ulrich Bindseil e Jürgen Schaaf, la recente approvazione degli ETF spot non influisce in alcun modo sulla valutazione dell’asset.
Le parole utilizzate a inizio articolo fanno capire subito la tesi degli autori:
“Bitcoin ha fallito nella promessa di essere una valuta digitale decentralizzata globale ed è ancora poco utilizzato per trasferimenti legittimi. La recente approvazione degli ETF non cambia il fatto che Bitcoin non sia adatto come mezzo di pagamento o come investimento.”
I punti principali sostenuti nell’articolo sono tre:
“Le transazioni in bitcoin sono lente, costose e scomode. Tralasciando le attività illecite, Bitcoin è raramente utilizzato per i pagamenti. Come si è potuto osservare in El Salvador, nonostante il pieno supporto da parte del governo, Bitcoin non è riuscito a imporsi come mezzo di pagamento.
Analogamente, Bitcoin non è ancora un investimento affidabile. Non genera alcun flusso di cassa o dividendo, non può essere utilizzato in modo produttivo e non offre alcun beneficio sociale o apprezzamento soggettivo. Per gli autori, al momento il valore di Bitcoin è zero.
Infine, utilizzando l’algoritmo di consenso Proof of Work, il mining continua a inquinare l’ambiente allo stesso modo di altri Paesi.”
Debunking delle critiche
Per quanto riguarda il primo punto, gli autori dell’articolo molto probabilmente si riferiscono alle transazioni on-chain.
Ciò nonostante, affermare che le transazioni on-chain siano lente, costose e scomode è piuttosto fuorviante come informazione. Innanzitutto, le commissioni sul primo layer di Bitcoin non dipendono dalla somma inviata ma dal peso in virtual byte della transazione. Una persona potrebbe spendere €2 di commissione per inviare €100, così come un’azienda potrebbe spendere la stessa somma per spostare migliaia o milioni di euro in una transazione internazionale.
La tempistica di conferma di una transazione dipende poi dalla congestione del network e dalla commissione impostata dal mittente. Se si desidera ottenere una conferma velocemente occorre pagare la commissione necessaria per il primo blocco disponibile.
Parlando invece di micro-pagamenti, il protocollo Lightning Network che permette migliaia di transazioni al secondo con costi di commissione irrisori non viene nemmeno menzionato nell’articolo.
E tutto questo è possibile farlo senza intermediari, tutti i giorni, 24 ore su 24.
Nel secondo punto gli autori ritengono che attualmente Bitcoin non sia un investimento affidabile. Secondo loro, se un asset non genera alcun flusso di cassa o dividendo, o non può essere utilizzato in modo produttivo o non offre alcun beneficio sociale o apprezzamento soggettivo, allora il suo valore dovrebbe essere zero.
Tuttavia, il valore di Bitcoin è dato dalla domanda e dall’offerta di mercato, non dal rendimento.
Nel caso in cui soltanto un asset in grado di produrre rendimenti venisse classificato come un asset di valore, ne conseguirebbe che i beni di consumo ordinari, i metalli preziosi, le opere d’arte e gli oggetti da collezione sarebbero privi di qualsiasi valore.
Nel lungo periodo Bitcoin permette alle persone di conservare il proprio potere d’acquisto e combattere la svalutazione delle valute fiat.
Inoltre, affermare che Bitcoin non offra alcun beneficio sociale è falso. Ne sono testimonianza le economie circolari nate in Paesi come El Salvador, Guatemala, Costa Rica, Perù e Africa. In tali circostanze sono nati progetti che si sono rivelati fondamentali per le comunità locali. Ne sono prova i diversi progetti di mining che aiutano a ridurre il rilascio di metano in atmosfera o le aziende come Gridless che, attraverso il mining di Bitcoin, offrono corrente elettrica a interi villaggi rurali africani.
In ultimo, il terzo punto è facilmente confutabile. L’affermazione che il mining continui a inquinare l’ambiente è tutt’altro che veritiera.
Come si può apprendere dai sempre più numerosi studi, il mining è diventato una delle industrie più sostenibili al mondo.
Negli ultimi anni i dati hanno fatto registrare un incremento nell’utilizzo di energia rinnovabile e una costante riduzione delle emissioni di gas serra.
Daniel Batten, ricercatore e CEO di CH4 Capital, ha dimostrato come il settore utilizzi più del 50% di fonti green, posizionandosi così come l’industria con l’energy mix più verde a livello globale.
Altri paper scientifici hanno documentato come il mining possa promuovere l’efficienza energetica ed essere utilizzato come stabilizzatore delle reti elettriche.