Avviati i procedimenti legali per diffamazione contro il WSJ da parte di un azionista di Tether in seguito all’articolo pubblicato a febbraio 2023.
Il 28 febbraio l’agenzia di stampa Dow Jones & Company, proprietaria del Wall Street Journal (WSJ), è stata querelata per diffamazione a causa delle accuse fatte nell’articolo su Tether e Bitfinex pubblicato a febbraio 2023.
Secondo il sito investigativo OffshoreAlert l’azione legale è stata avviata dall’azionista di Tether Christopher Harborne e la sua compagnia AML Global Ltd. Dal 2016 Harborne detiene una quota del 13% della società Tether, tuttavia ha affermato di non ricoprire alcuna posizione esecutiva all’interno della compagnia.
Nell’accusa legale vengono contestate le affermazioni del WSJ, che indicava Harborne e AML Global Ltd come responsabili di frode, riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo. Harborne sostiene che il WSJ e i suoi giornalisti fossero a conoscenza della falsità di tali affermazioni.
L’articolo contestato
L’articolo sosteneva che le aziende finanziatrici dell’exchange Bitfinex fossero in difficoltà a mantenere l’accesso al sistema bancario alla fine del 2018. Tali difficoltà avrebbero indotto le società a ricorrere a “intermediari occulti, falsificazione di documenti e società fantasma”.
L’articolo dedicava cinque paragrafi alla richiesta di Harborne e della AML Global per l’apertura di un conto presso la Signature Bank.
La modifica dell’articolo
Il 21 febbraio 2024 è arrivata la rettifica dell’articolo da parte del WSJ. La sezione dedicata alla richiesta di apertura di un conto è stata rimossa per evitare “qualsiasi possibile supposizione” che collegasse il tentativo di AML Global Ltd di aprire un conto presso Signature Bank con un’azione orchestrata da parte di Tether, Bitfinex o aziende correlate per “ingannare le banche”.
Il WSJ ha anche precisato che la sezione eliminata non intendeva implicare che Harborne o AML Global Ltd avessero omesso o falsificato informazioni durante il processo di richiesta di apertura del conto.