Aumenta l’utilizzo delle stablecoin in Argentina per mitigare l’inflazione e l’instabilità economica del Paese.
Da anni l’Argentina sta sperimentando un’elevata inflazione e uno dei modi con cui i cittadini cercano di affrontare la crisi è tramite l’uso delle stablecoin. Secondo un nuovo report di Chainalysis, il 61,8% delle transazioni in criptovalute nel Paese è rappresentato da stablecoin. Per la società statunitense, il mercato delle stablecoin in Argentina è uno dei più grandi al mondo in termini di quota di transazioni, del 17% superiore rispetto alla media globale.
L’inflazione e la continua svalutazione del peso sono i motivi principali per cui molti argentini ricercano rifugio nel dollaro statunitense. Le stablecoin ancorate al dollaro permettono agli utenti di accedere a tale possibilità in forma digitale, il che è più conveniente rispetto alle banconote cartacee. Tra le stablecoin più utilizzate vi sono Tether (USDT) e USD Coin (USDC).
Dati regionali
In Sud America l’Argentina si posiziona tra i Paesi con il tasso di utilizzo di stablecoin più alto, superata solo dalla Colombia. In Colombia, le stablecoin rappresentano il 66% delle transazioni in criptovalute, mentre in Brasile la percentuale si attesta al 59,8%.
Inflazione e criptovalute
In Argentina l’inflazione ha raggiunto il 236,7% nei 12 mesi fino ad agosto 2024, secondo la banca centrale argentina, spingendo oltre metà della popolazione in situazioni di povertà. Nonostante i recenti segnali di un calo dell’inflazione, l’impatto rimane significativo.
In Venezuela, anch’esso colpito da un’elevata inflazione, si osserva un forte aumento nell’utilizzo delle criptovalute. Chainalysis riporta che il Paese ha ricevuto il maggior volume di criptovalute nella regione.