I più ricchi dell’Asia abbandonano il dollaro USA per Bitcoin, oro e asset cinesi, rivela UBS.
Durante un evento Bloomberg a Hong Kong, Amy Lo, dirigente di UBS, ha svelato che i miliardari asiatici stanno progressivamente abbandonando il dollaro statunitense per diversificare verso Bitcoin, oro e asset cinesi. Tale transizione è alimentata dalle crescenti tensioni geopolitiche e dall’instabilità dei mercati tradizionali.
Il fenomeno assume particolare rilevanza considerando le dimensioni dell’industria del wealth management asiatico, che gestisce circa $20,7 mila miliardi nel 2024, con proiezioni di crescita fino a $37 mila miliardi entro il 2029. UBS, da sola, amministra $678 miliardi in asset asiatici e fornisce consulenza alla maggior parte dei miliardari della regione.
L’élite finanziaria asiatica ha ormai allocato oltre il 15% del proprio patrimonio in criptovalute e oro, segnando un distacco dagli investimenti tradizionali denominati in dollari USA.
Uno studio del 2024 condotto da Aspen Digital ha rivelato che il 76% dei family office asiatici e degli investitori facoltosi detengono asset digitali, in aumento rispetto al 58% del 2022. Molti hanno incrementato i loro investimenti in criptovalute dal 5% a oltre il 10% dei loro portafogli, con Singapore in prima linea: il 57% degli investitori singaporiani prevede di aumentare ulteriormente la propria esposizione alle criptovalute nei prossimi due anni.
Jay Jacobs, responsabile di Thematics and Active ETFs presso BlackRock, ha osservato come numerose nazioni stiano attivamente diversificando le proprie riserve dal dollaro USA verso oro e Bitcoin.
L’ascesa di asset considerati beni rifugio coincide con il cambiamento delle politiche delle banche centrali in tutta l’Asia. I dati recenti dell’FMI mostrano che la quota del dollaro nelle riserve valutarie globali è scesa al 57,4%, rispetto al 70% di due decenni fa, mentre le riserve auree delle banche centrali asiatiche sono aumentate del 23% dal 2021.