Perché le aziende dovrebbero considerare Bitcoin come asset di diversificazione e protezione del capitale.
Da agosto 2020, quando MicroStrategy ha acquistato i suoi primi bitcoin, sempre più aziende hanno iniziato ad acquisire l’asset e a inserirlo nel loro bilancio aziendale.
MicroStrategy, Tesla e Block sono solo alcune delle società che hanno deciso di adottare Bitcoin come risorsa strategica per diversificare e proteggere il proprio capitale aziendale.
Un report di River ha rivelato che al 18 agosto 2024 le aziende detengono il 3,3% dell’offerta totale di bitcoin, pari a 683.332 BTC, un incremento del 587% rispetto al 2020. Tale crescita è stata trainata da aziende come MicroStrategy, Tether, BitMEX, Xapo, e Block.one, che possiedono l’82% dei bitcoin aziendali.
L’aumento è stato supportato da un contesto normativo più chiaro grazie all’aggiornamento degli standard contabili da parte del Financial Accounting Standards Board (FASB), che permetterà di valutare i bitcoin a bilancio al valore di mercato. Fino a dicembre 2023, società come MicroStrategy, Tesla e Block potevano registrare solo la perdita di valore dei loro investimenti in bitcoin, il che spesso portava a guadagni minori data la volatilità dell’asset. Le nuove regolamentazioni del FASB consentiranno a queste aziende di registrare sia l’aumento che la diminuzione di prezzo dei loro bitcoin.
Il report stima che le aziende continueranno a investire in Bitcoin con un tasso di acquisto giornaliero compreso tra 204 e 519 BTC fino al 2026. Secondo River, entro 18 mesi circa il 10% delle aziende statunitensi investirà l’1,5% delle proprie riserve di liquidità in Bitcoin.
Ma cosa rende Bitcoin una scelta attraente per le aziende?
Diversificazione e protezione contro rischi sistemici
Una delle ragioni principali per cui le aziende considerano Bitcoin è la sua capacità di fungere da diversificatore unico all’interno del patrimonio aziendale. Secondo BlackRock, il più grande asset manager al mondo, la natura decentralizzata e non legata a un singolo Stato di Bitcoin, insieme alla sua scarsità e all’indipendenza dalle politiche delle banche centrali, lo rendono un’opzione valida per mitigare i rischi geopolitici e monetari. Nonostante la volatilità possa essere vista come un rischio, l’allocazione strategica di una piccola percentuale di Bitcoin (2% – 5%) in un portafoglio aziendale può migliorare il profilo di rischio-rendimento complessivo, soprattutto in un contesto di instabilità economica e debito pubblico crescente.
Inoltre la sua correlazione a lungo termine con asset tradizionali come azioni e obbligazioni è storicamente bassa. Ciò significa che può ridurre la correlazione complessiva di un portafoglio, fungendo da diversificatore utile in tempi di crisi bancarie, svalutazioni monetarie, recessioni economiche e altri rischi sistemici del sistema finanziario tradizionale.
Protezione contro inflazione e svalutazione monetaria
Negli anni Bitcoin ha dimostrato di essere una riserva di valore affidabile grazie alla sua offerta limitata. Al contrario delle valute fiat, come il dollaro statunitense, Bitcoin subisce un tasso di inflazione costante, che dimezza circa ogni quattro anni (ogni 210.000 blocchi).
Spesso chiamato “oro digitale”, Bitcoin rappresenta una forma di protezione contro il rischio di inflazione e svalutazione delle valute fiat in un periodo in cui le banche centrali di tutto il mondo continuano a creare nuovo denaro, riducendo il potere d’acquisto di cittadini e imprese.
Liquidità pronta all’uso
Bitcoin fornisce alle aziende accesso a liquidità immediata. Al contrario degli asset finanziari tradizionali, Bitcoin può essere liquidato e convertito in valuta fiat 24/7, su numerosi exchange, rispettando tutte le regolamentazioni vigenti, senza le limitazioni degli orari di apertura dei mercati tradizionali.
Tale caratteristica potrebbe essere particolarmente utile per le aziende che necessitano di accesso immediato al capitale, sia per gestire emergenze improvvise che per cogliere opportunità di mercato. I volumi di scambio giornalieri superano regolarmente i miliardi di dollari, garantendo che anche transazioni di grosse dimensioni possano essere eseguite senza problemi.
Potenziale di crescita a lungo termine
Essendo un asset relativamente nuovo ed in evoluzione, Bitcoin ha dimostrato un significativo aumento di prezzo nel tempo, con un potenziale per una continua crescita a lungo termine. In 15 anni, il suo rendimento è stato nettamente superiore rispetto a quello degli asset tradizionali. Tale caratteristica lo rende interessante per gli investitori con un orizzonte temporale a lungo termine. L’inserimento di Bitcoin nel bilancio aziendale potrebbe consentire alle aziende di sfruttare il suo potenziale di crescita.
Facciamo un esempio.
Ad oggi la capitalizzazione di mercato totale di tutti gli asset utilizzati come riserva di valore è di circa $900 mila miliardi. A novembre 2024, la capitalizzazione di mercato di Bitcoin è di circa $1.700 miliardi. Se negli anni Bitcoin andasse ad assorbire una percentuale della capitalizzazione di mercato di ogni asset, il prezzo di Bitcoin aumenterebbe in modo significativo. Nella seguente analisi MicroStrategy ipotizza una potenziale capitalizzazione di mercato futura di Bitcoin di $200 mila miliardi, vale a dire un prezzo di circa $10 milioni per singolo bitcoin.
I casi di MicroStrategy, Tesla e Block
MicroStrategy è stata una delle prime grandi aziende a investire pesantemente in Bitcoin, con una strategia di accumulazione che ha portato la sua riserva di bitcoin a oltre $24 miliardi. L’executive chairman, Michael Saylor, passato da scettico a forte sostenitore, ha più volte descritto Bitcoin come “oro digitale”, sottolineando come rappresenti una riserva di valore superiore rispetto alle valute fiat.
Dopo circa quattro anni, la strategia dell’azienda ha ripagato, dato che il prezzo di Bitcoin è aumentato notevolmente dal primo acquisto dell’azienda, migliorando anche le performance del titolo MicroStrategy nel mercato azionario. Ad oggi MicroStrategy detiene quasi 280.000 bitcoin, che rappresentano circa l’1,3% dell’intera offerta.
Successivamente anche Tesla ha deciso di inserire Bitcoin nel proprio bilancio. A febbraio 2021 l’azienda ha investito $1,5 miliardi in Bitcoin, per poi venderne il 75% l’anno successivo in seguito ad un’operazione di ribilanciamento del portafoglio. Al momento la società possiede 11.509 bitcoin, secondo i dati della piattaforma di analisi onchain Arkham Intelligence.
Infine, Block, guidata dall’ex Ceo di Twitter Jack Dorsey, ha effettuato diversi acquisti di bitcoin nel tempo. Ad oggi la società detiene 8.211 bitcoin nel proprio bilancio, pari a circa il 9% delle sue riserve totali di liquidità, titoli cash-equivalent e titoli negoziabili.
Per mantenere la privacy delle transazioni e ridurre l’aumento di prezzo durante gli acquisti, l’azienda ha rivelato di aver acquisito i bitcoin over the counter tramite un fornitore di liquidità.
In una lettera agli azionisti dello scorso aprile, Dorsey ha annunciato l’inizio di un programma di investimento mensile in Bitcoin attraverso una strategia di DCA (dollar cost averaging). Ogni mese, Block investe in Bitcoin il 10% del suo utile lordo derivante dai prodotti legati a Bitcoin, tra cui l’hardware wallet Bitkey e la piattaforma Cash App.