Una proposta di legge permetterebbe al Tesoro statale di investire fino al 10% dei fondi pubblici in criptovalute.
Il West Virginia si unisce alla crescente lista di Stati americani che guardano a Bitcoin come riserva di valore. Il 14 febbraio il senatore statale Chris Rose ha presentato l’Inflation Protection Act del 2025 (SB 465), una legge che aprirebbe le porte all’investimento in asset digitali da parte del Tesoro statale.
La proposta consentirebbe al Board of Treasury Investments di allocare fino al 10% dei fondi pubblici in metalli preziosi e asset digitali con una capitalizzazione di mercato superiore a $750 miliardi, oltre a stablecoin regolamentate negli Stati Uniti.
Sebbene Bitcoin non sia esplicitamente menzionato nel testo, risulta attualmente l’unica criptovaluta, oltre alle stablecoin, a soddisfare i criteri stabiliti. La legge prevede anche la possibilità per il Tesoro di detenere gli asset digitali direttamente o tramite terze parti, nonché di investire in prodotti quotati in Borsa come ETF spot.
Un aspetto distintivo della proposta riguarda la possibilità di prestare o mettere in staking gli asset digitali, purché questo avvenga “senza aumentare il rischio finanziario dello Stato”. È da sottolineare che Bitcoin, basandosi su un algoritmo di consenso proof-of-work, non può essere direttamente messo in staking, ma potrebbe essere utilizzato in forma wrapped.
Il disegno di legge dovrà passare al vaglio della Commissione Bancaria e Assicurativa del Senato statale, prima di essere esaminato dalla Commissione Finanze.
La proposta si inserisce in un trend nazionale più ampio: il West Virginia è infatti il ventiquattresimo Stato a proporre l’istituzione di una riserva strategica di Bitcoin. In Pennsylvania, Wyoming e North Dakota legislazioni simili sono state rifiutate.