Atlas21
  • ‎
No Result
View All Result
Atlas21
No Result
View All Result
Atlas21
Home Bitcoin

Bitcoin oltre la moneta

Ale - TheOrangeWay by Ale - TheOrangeWay
Aprile 29, 2025
in Bitcoin, Feature
bitcoin
Share on FacebookShare on TwitterShare on Linkedin

Bitcoin trascende gli schieramenti politici tradizionali: decentralizzato, incensurabile e fuori dal controllo statale, mette in discussione le fondamenta stesse del potere moderno.

Nato nel 2009 come una criptovaluta decentralizzata, Bitcoin ha rapidamente superato i confini dell’innovazione tecnologica per diventare un fenomeno sociale ed economico di vasta portata. La sua natura ha attirato l’attenzione non solo degli investitori, ma anche di pensatori politici e attivisti. Si dimentica troppo spesso, infatti, che il movimento che ha portato alla creazione di bitcoin nasce dai Cypherpunk che fondono la punk culture (fine anni 70’) e la cultura informatica.  Questo articolo analizza la (non) identità politica di Bitcoin e di come abbracci idee sia di destra che di sinistra. 

L’ideologia politica

Bitcoin incarna ideali di libertà, decentralizzazione e autodeterminazione economica, ma è interessante vedere come il contesto politico globale influenzi la sua percezione e il suo impatto. Alcuni vedono Bitcoin come una moneta che sfida le istituzioni finanziarie tradizionali e offre libertà agli individui, altri come mero strumento tecnologico e altri ancora come pura speculazione fine a se stessa.

La verità è che Bitcoin è molte cose per molte persone diverse, ma se si vuole essere coerenti con la cronologia degli eventi, con i cypherpunk e con i fatti che hanno portato alla sua creazione, bisogna fare alcune considerazioni. Si può dire che Bitcoin sfida ogni forma di ideologia post moderna tornando a un illuminismo che, per scomodare Kant, vuole l’uomo “fuori dalla propria minorità”. Nel suo libro “Che cos’è l’illuminismo” il filosofo descrive la condizione umana pre-illuminista del 700 come “minorenne” poiché ancora troppo dipendente dalle cure parentali delle istituzioni (Re, chiesa, stato).

Se però  nel 700’ l’affidarsi alle autorità istituzionali era anche frutto di un asimmetria informativa derivante dalle carenti infrastrutture di informazione accessibili al popolo, nell’epoca moderna la “minorità” (una metaforica fase minorenne dell’uomo) non è sicuramente causata dalla carenza di mezzi di informazione, anzi. Proprio durante i fertili anni post conflitti bellici (tesi che approfondirò in qualche articolo successivo), con le esponenzialmente crescenti tecnologie di comunicazione a partire da internet, si ha avuto un flooding informativo che è perlopiù stato sfruttato proprio da quei fornitori di servizi dei quali sentivamo di non poter fare a meno e dei quali accettavamo termini e condizioni senza aver mai letto una riga dei contratti. Così come gli illuministi cominciavano a mettere in discussione le autorità tradizionali, la cultura Bitcoin ci rende in grado di mettere in discussione qualsiasi notizia da cui siamo inondati giornalmente. Il simbolo di questo decadimento è sicuramente “accetta” in qualsiasi app o sito web che nessuno ha mai letto, ma che ha gradualmente degradato la qualità dei dati. Il prezzo di tutti quei servizi a cui abbiamo dato consenso con leggerezza è stato pagato dai nostri dati personali sui quali i media hanno poi potuto costruire la realtà che ci piaceva (o non ci piaceva), assecondando i nostri desideri e amplificando le nostre paure. Naturalmente l’unica via è una ricerca del vero completamente agnostica e scevra da qualsiasi ideologia ormai antica. Al giorno d’oggi ci affidiamo a servizi e supporti che plasmano la realtà in cui viviamo senza avere effettivamente la volontà di capire fino in fondo ogni tematica. La terribile crisi qualitativa del giornalismo mondiale comunica ormai da anni all’interno della dicotomia destra-sinistra, portando l’informazione che internet avrebbe dovuto rendere libera e indipendente a essere ormai mangiata da un ambiente pieno di gatekeeper dell’una o dell’altra squadra, che pretendono di avere la verità dalla propria. 

Nell’agio dello sviluppo tecnologico si è progressivamente dimenticata la centralità dell’individuo in politica lasciando invece sempre più spazio a grandi ideologie che hanno portato il dibattito sempre più lontano dalla realtà, prediligendo comodità e godimento personale a scapito della propria responsabilità. Uno dei motti nella comunità Bitcoin è infatti “don’t trust, verify”: non fidarti, verifica. Bitcoin critica profondamente tutto questo e addirittura i suoi padri avevano predetto questa situazione già nei primissimi anni di internet, proprio per questo hanno cercato una risposta alla minaccia informatica, dentro l’informatica stessa. Per fare un passo indietro e avere un quadro più generale delle ragioni che hanno portato alla nascita di Bitcoin possiamo dire che: i cypherpunk hanno individuato nell’informatica una minaccia che sarebbe potuta essere sfruttata da diverse correnti politiche per condizionare le masse e hanno trovato una risposta informatica, energetica ed al contempo monetaria a un problema politico-sociale . 

Abbiamo quindi un movimento culturale che risponde sia all’esigenza della destra di vedere la proprietà privata protetta da interventi statali, sia della sinistra di vedere emancipato l’individuo a prescindere dal suo status sociale, religione, o etnia. Un moto quindi rivoluzionario e non conservativo, prono a politiche economiche libere e non interventiste, internazionali e non nazionali. 

Se allora Bitcoin non è né di destra né di sinistra, da che parte sta? Dalla tua!
Vista la sua natura incontrollabile Bitcoin è dalla parte del suo utilizzatore che può farne l’uso che preferisce. Ad esso conferisce tutele mai viste prima: 

  • Assoluta responsabilità del proprio denaro;
  • Incensurabilità di ogni singola transazione economica grazie all’anonimato informatico dato da un corretto utilizzo dei protocolli;
  • Difesa dalle scellerate politiche economiche fiat che erodono il potere di acquisto dei cittadini di anno in anno;
  • Accesso planetario e nessuna barriera nazionale.

La comunità Bitcoin è naturalmente tutt’altro che coesa e questo è uno degli indicatori più significativi del fatto che in essa sono presenti personalità da idee profondamente diverse, che dialogano e si accordano costantemente su l’una o l’altra cosa. Attenzione, non vi aspettate un elegante salotto francese in cui si dibatte garbatamente con musica classica di sottofondo. La libertà è anche la possibilità di esprimere a pieno ciò che si pensa nella maniera preferita, e non è pertanto improbabile leggere parolacce, bestemmie, insulti personali e razziali da utenti provenienti dall’una o l’altra corrente politica o di pensiero. Nonostante questo il dibattito c’è, è vivo e le argomentazioni spesso non mancano. Di nuovo, è importante essere responsabili della propria ricerca della verità che a volte deve anche andare oltre l’impropero e indagare la tesi di fondo. 

Bitcoin nella nostra politica

Nel cuore della critica alla politica risiede un conflitto fondamentale: il potere concentrato nelle mani di tecnocrati e leader non eletti, che agiscono principalmente per i propri interessi. In che modo la democrazia, che dovrebbe riflettere la volontà popolare, è stata soppiantata da un sistema in cui le decisioni vengono prese all’insaputa dei 27 Stati (nel caso europeo) o degli stessi cittadini, attraverso strati di rappresentazione che portano le decisioni sempre più lontano dalle persone, ma più vicine ai gruppi di potere?  

Questo tema trova un parallelo diretto nella visione di Bitcoin come una forza che sfida il monopolio statale sulla moneta e sulle politiche economiche. Bitcoin, infatti, non solo non è sotto il controllo di alcun governo, ma offre anche una via di fuga dal sistema di potere centralizzato che caratterizza la maggior parte degli Stati moderni. Questo sistema espone una vulnerabilità enorme per il singolo. Un lampante esempio del pericolo di affidare i propri risparmi alle banche è la Grecia del 2009 dove i nostri vicini non potevano prelevare più di 60 euro al giorno agli sportelli. Le banche proprietarie dei tuoi risparmi, possono decidere, da contratto, di imporre limiti o divieti di prelievo in qualsiasi momento e la banca centrale europa, a sua volta, decide costantemente di quanto impoverire il ceto medio con politiche monetarie scellerate che svalutano la nostra moneta. Un esempio di situazioni in cui le banche centrali di turno hanno letteralmente truffato i cittadini sono tutti quei Paesi che “soffrono” di iper-inflazione, regolata però proprio dalle banche centrali stesse. 

Anche negli scenari di guerra la prima cosa che solitamente fa un governo è proprio il congelamento dei conti e l’imposizione di limiti bancari lasciando l’individuo in balia degli eventi. Bitcoin offre un protocollo decentralizzato che non ha bisogno di passare attraverso intermediari centralizzati, e di conseguenza non può essere manipolato o controllato né da governi, né dai suoi stessi creatori in nessun momento.

In questo contesto, Bitcoin rappresenta una minaccia al sistema politico tradizionale, proprio come i movimenti populisti e le critiche interne all’UE o dei singoli Stati denunciano il crescente distacco delle istituzioni dai cittadini. I governi, pur vantando di difendere la democrazia contro l’autocrazia, in realtà favoriscono politiche che minano la sovranità dei cittadini. Allo stesso modo, Bitcoin mette in discussione l’autorità degli Stati di imporre leggi monetarie e fiscali, dando agli individui il controllo completo sulla propria economia. 

Questa critica al centralismo politico trova un’eco perfetta nel progetto di Bitcoin, che non solo rifiuta l’intervento statale, ma promuove un’idea di economia più libera, trasparente e accessibile a tutti. Bitcoin, in questo senso, non è solo una “criptovaluta” come scrivono rinomati giornalacci mainstream, ma anche un atto politico di resistenza contro le forme di imposizioni governative. Verrà ai più da chiedersi perché allora questa soluzione apparentemente perfetta non venga presa in considerazione né dalla politica di destra, nè dalla destra estrema, né dalla sinistra da salotto nè da quella da centro sociale. La risposta è che semplicemente Bitcoin è un’innovazione che per essere capita richiede anni di studio, e la maggior parte degli individui, non è pronta a una  vera ricerca della verità accontentandosi solamente dei titoli di giornale o delle notiziucole da telegiornale.

Expect the expectable

Essendo un protocollo pubblico e accessibile da chiunque è normale che altre nazioni stiano esplorando la creazione di zone economiche speciali dove Bitcoin possa giocare un ruolo centrale. Queste zone potrebbero funzionare con regole fiscali e normative differenti dal resto del Paese, creando ambienti favorevoli all’innovazione finanziaria e tecnologica. Inoltre, l’idea di città indipendenti basate su Bitcoin sta guadagnando attenzione, con progetti che mirano a creare comunità autonome con economie basate interamente su Bitcoin. Dopo centinaia di anni senza alcuna innovazione tecnologica in ambito monetario, ecco Bitcoin che rimescola le carte e da agli “ultimi” l’opportunità di liberarsi dai “primi”. Nonostante questo bel sogno, rimane l’immenso ostacolo della politica imposta dall’alto. Qualsiasi politico che finora si è sporcato la bocca con parole a favore di Bitcoin ha poi concretizzato azioni solo nella propria direzione dimenticando o ignorando completamente i principi di cui abbiamo parlato all’inizio. E’ giusto quindi dubitare sempre quando una personalità carismatica sembra virare nella direzione che riteniamo giusta.

Conflitto con le valute digitali delle banche centrali (CBDC)

Con l’avvento delle valute digitali delle banche centrali, come l’euro digitale o lo yuan digitale, si prospetta uno scontro tra sistemi centralizzati e decentralizzati. Bitcoin potrebbe emergere come l’alternativa libertaria alle CBDC, rappresentando una scelta per coloro che diffidano del controllo statale sulle transazioni finanziarie. Se infatti bitcoin è anticensura e “anonimo”, le CDBC sono l’esatto opposto. Una moneta programmata dal governo per essere tracciata, bloccata o addirittura con la possibilità di avere un tempo limite di spesa. Questa è la direzione sia della BCE che di altre nazioni che chiaramente hanno tutti gli interessi a osteggiare una presa in considerazione di uno strumento libero come Bitcoin. Questo inevitabile conflitto rende anche impossibile il crearsi di un vero e proprio “partito Bitcoin” in quanto dovrebbe andare deliberatamente contro le fondamenta democratiche ed economiche su cui si basano gli Stati nazionali di oggi. Le opzioni sono quindi due: 

  • La politica può decidere di integrare Bitcoin nel proprio sistema malato contagiando e privandolo delle sue caratteristiche (ciò è possibile solo in parte, in quanto non potrebbe agire su tutte le diverse peculiarità del protocollo).
  • La politica rigetterà per sempre questa tecnologia finché non si scontrerà con la volontà popolare che, si spera, ne ha abbracciato gli ideali: guerra civile e insurrezione popolare.

Bitcoin è già politica, anche se non vuole esserlo

Bitcoin ha ormai superato il confine della finanza per diventare una vera e propria questione politica globale. La sua natura decentralizzata lo rende incompatibile con i modelli di governance centralizzati, eppure i governi, le istituzioni e i cittadini non possono fare a meno di prenderlo in considerazione. Anche senza una direzione politica formale, Bitcoin sta già influenzando il dibattito sui diritti individuali, sulla privacy, sul controllo economico e sulla sovranità statale.

Se Bitcoin continuerà a crescere e ad evolversi, potrebbe non solo essere il futuro della moneta, ma anche il futuro della politica globale, creando nuovi paradigmi di governance, giustizia economica e libertà personale.

Previous Post

Bce preoccupata: “L’approccio crypto di Trump minaccia l’economia europea”

Next Post

Twenty One Capital sfida Strategy: il fondatore di Strike scelto come Ceo

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Latest News

La vulnerabilità del mining
Bitcoin

La vulnerabilità del mining

by Newsroom
Maggio 14, 2025
0

Uno dei panel più seguiti del BitCare Forum 2025 ha affrontato i problemi che affliggono il settore. È davvero possibile...

Read moreDetails
La Thailandia tokenizzerà obbligazioni governative per $150 milioni
Crypto

La Thailandia tokenizzerà obbligazioni governative per $150 milioni

by Newsroom
Maggio 14, 2025
0

Il governo thailandese annuncia che i piccoli investitori potranno acquistare bond di Stato a partire da $3.

Read moreDetails
bitcoin
Bitcoin

Twenty One Capital acquista $458 milioni di bitcoin: 4.812 BTC aggiunti alle riserve

by Newsroom
Maggio 14, 2025
0

L'azienda di investimento Twenty One Capital, sostenuta da Tether, amplia il proprio portafoglio con un acquisto di bitcoin.

Read moreDetails
crypto
Crypto

Tentato rapimento a Parigi: nel mirino la figlia del Ceo di una società crypto

by Newsroom
Maggio 13, 2025
0

La procura di Parigi sta indagando sull’incidente, sospettando moventi finanziari legati alle connessioni della famiglia con le criptovalute.

Read moreDetails
criptovalute
Crypto

Dubai apre ai pagamenti in criptovalute per i servizi governativi

by Newsroom
Maggio 14, 2025
0

La città emiratina permetterà i pagamenti in criptovalute per il settore pubblico: partnership con Crypto.com.

Read moreDetails
Atlas21

© 2025 Atlas21

Navigate Site

  • Bitcoin
  • Careers
  • Feature
  • Home
  • Interview
  • Learn
  • News
  • Opinion

Follow Us

No Result
View All Result
  • News
  • Interviews
  • Learn
  • Feature
  • Services
  • Adoption
  • ‎
    • ‎

© 2025 Atlas21

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkPrivacy policy