L’azienda Bitfarms sarebbe pronta a ricorrere a uno Shareholder Rights Plan per scoraggiare l’acquisizione da parte di Riot Platforms.
Il 10 giugno, in seguito all’assemblea degli azionisti, la società di mining Bitfarms ha comunicato l’implementazione di un piano che mira a tutelare i diritti degli azionisti per ostacolare il tentativo di acquisizione da parte di Riot Platforms.
Un piano di diritti degli azionisti (Shareholder Rights Plan) in una società quotata in Borsa è un meccanismo di difesa adottato dal consiglio di amministrazione per scoraggiare acquisizioni ostili. Il piano concede agli azionisti il diritto di acquistare ulteriori azioni a prezzi scontati se un investitore esterno acquisisce una quota di azioni superiore a una certa soglia (tipicamente tra il 10-20%), diluendo così la partecipazione dell’acquirente ostile. Lo scopo è rendere l’acquisizione più costosa e difficile per l’acquirente, dando più tempo al consiglio di amministrazione per cercare alternative o negoziare migliori condizioni per gli azionisti.
Nello specifico il piano di Bitfarms prevede che, se un investitore diventa proprietario del 15% delle azioni di Bitfarms entro il 10 settembre e successivamente aumenta la sua quota al 20% senza l’approvazione del consiglio di amministrazione, gli altri azionisti hanno il diritto di acquistare azioni a un prezzo significativamente inferiore al prezzo di mercato in quel momento. Tale meccanismo diluirebbe le quote del potenziale acquirente, rendendo più difficile l’acquisizione.
In precedenza Riot ha dichiarato che il consiglio di amministrazione di Bitfarms ha respinto la proposta di acquisizione presentata ad aprile senza alcuna possibilità di dialogo. Bitfarms, d’altro canto, ha affermato di aver valutato l’interesse di Riot, ma ha ritenuto che l’offerta sottovalutasse l’azienda.
Successivamente Riot ha deciso di aumentare la sua quota di azioni di Bitfarms, passando da detenere il 9,25% all’11,62% tramite un nuovo acquisto di circa 1,5 milioni di azioni a un prezzo di $2,45 per azione.