Fermati gli import degli ASIC: l’azienda cinese sotto esame per possibili violazioni delle sanzioni a causa del chip utilizzato.
Secondo quanto riportato da Blockspace, le dogane statunitensi stanno trattenendo da quasi due mesi i dispositivi di mining Bitmain Antminer S21 e T21, sollevando interrogativi sulla catena di approvvigionamento tecnologico tra Stati Uniti e Cina. Secondo la notizia, dai contorni ancora poco chiari, sette aziende di mining americane sono coinvolte in tale fermo amministrativo.
Il provvedimento, richiesto dalla Federal Communications Commission (FCC), sta causando ingenti danni economici alle imprese: alcune società stanno già accumulando oltre $200.000 di spese di deposito giornaliere per il blocco di 200 macchine. Le trattenute non sembrano riguardare altri produttori come MicroBT o Canaan, ma colpiscono specificamente Bitmain, leader mondiale nella produzione di hardware per il mining di Bitcoin.
Alcune indiscrezioni convergono su un possibile legame con le indagini su Xiamen Sophgo, azienda produttrice di chip sotto osservazione per presunte violazioni delle sanzioni statunitensi. Sophgo, fondata nel 2019 da Micree Zhan – Ceo e co-fondatore di Bitmain – utilizza componenti critici come il chip CV1835, già nel mirino delle autorità. Il modello CV1835 viene utilizzato negli Antminer T21 e in alcuni modelli della serie S19.
Lo scenario si inserisce in un contesto geopolitico che vede crescenti tensioni tecnologiche tra Stati Uniti e Cina. Sullo sfondo, le ambizioni del Presidente eletto Trump di fare degli USA un “punto di riferimento” nel mining, con dichiarazioni che prefigurano un’importante strategia nazionale nel settore.
Al momento non emergono prove dirette che colleghino il fermo degli ASIC alle indagini in corso. Le autorità non hanno ancora rilasciato commenti ufficiali, mentre le società di mining attendono gli sviluppi della situazione.