L’azienda di mining russa BitRiver espande le proprie operazioni con un nuovo centro in Siberia orientale.
I piani di espansione per il nuovo impianto da 100 MW verranno gestiti dalla divisione BitRiver-B. Con un investimento di oltre 15,15 milioni di dollari per la nuova infrastruttura, l’azienda prevede che il centro sarà operativo entro la seconda metà del 2024. L’impianto sarà situato a Buryatia, una regione russo-mongola.
Sergei Bezdelov, capo dell’Industrial Mining Association (APM), ha rilasciato un commento sul progetto, indicando che la struttura sarà “tra i più grandi centri di mining situati sia nella Repubblica di Buryatia che nel distretto federale dell’estremo oriente”. Si prevede che l’infrastruttura genererà circa 120 posti di lavoro per specialisti qualificati.
Le sfide dell’azienda
Nonostante BitRiver sia stata soggetta a sanzioni da parte del Dipartimento del Tesoro Statunitense nel 2022, l’azienda rimane impegnata nell’avanzamento dei propri piani di espansione.
Il CEO di BitRiver, Igor Runets, ha affermato che il mining di Bitcoin diventerà molto più redditizio in Russia che negli Stati Uniti dopo il prossimo halving. Ha inoltre dichiarato che l’energy mix della Russia è uno dei più verdi a livello mondiale, grazie all’ampia disponibilità di centrali idroelettriche e nucleari.
Nel frattempo, il Ministero dell’Energia russo intende aumentare i costi dell’elettricità per il mining industriale. L’APM ha avvertito che l’aumento dei prezzi potrebbe intaccare il vantaggio competitivo della Russia nei confronti degli altri attori del settore a livello globale.