Il co-fondatore di Paxful Artur Schaback rischia fino a cinque anni di carcere per mancato rispetto delle normative antiriciclaggio.
Artur Schaback, uno dei co-fondatori dell’exchange Paxful, ha accettato un patteggiamento con i procuratori statunitensi che potrebbe comportare una pena massima di cinque anni di reclusione.
L’8 luglio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato che Schaback, ex direttore tecnico di Paxful, verrà condannato il prossimo 4 novembre e si dimetterà dal consiglio di amministrazione della società.
Violazioni delle norme AML e KYC
Secondo i documenti legali depositati lo scorso marzo Schaback, insieme al presidente e Ceo di Paxful Mohamad (Ray) Youssef, non ha stabilito un programma efficace di antiriciclaggio (AML) entro i 90 giorni dall’avvio dell’attività, come richiesto dal Bank Secrecy Act. Inoltre non è stata implementata una procedura di Know Your Customer (KYC) adeguata a verificare l’identità degli utenti della piattaforma.
Nel comunicato ufficiale il Doj ha affermato:
“Di conseguenza, per il suo mancato rispetto dei programmi AML e KYC, Schaback ha reso Paxful disponibile come veicolo per il riciclaggio di denaro, violazioni delle sanzioni e altre attività criminali, tra cui frodi, truffe amorose, schemi di estorsione e prostituzione”.
Tra luglio 2015 e giugno 2019 gli utenti hanno potuto aprire account e scambiare asset digitali senza fornire sufficienti informazioni identificative. Inoltre Paxful si è promossa come una piattaforma che non richiedeva KYC, permettendo acquisti senza identificazione.
Dispute legali
A marzo 2023 Schaback ha intentato una causa contro il suo co-fondatore Mohamad (Ray) Youssef. Il contenzioso riguardava il controllo dell’azienda con accuse di appropriazione indebita di fondi aziendali, riciclaggio di denaro e violazioni delle sanzioni. A maggio 2023 Paxful ha nominato Roshan Dharia come Ceo ad interim.