Il Connecticut blocca ogni investimento pubblico in asset digitali mentre altri Stati USA puntano su riserve strategiche in bitcoin.
Il Connecticut ha adottato una posizione contraria ai digital asset, approvando una legislazione che impedisce categoricamente a tutti i livelli di governo statale e locale di investire in Bitcoin e altre criptovalute.
Il 10 giugno l’Assemblea Generale del Connecticut ha pubblicato il testo definitivo del disegno di legge H.B. 7082, ora diventato Public Act No. 25-66. La normativa è stata approvata all’unanimità sia dalla Camera che dal Senato, segnalando un consenso bipartisan sulla necessità di mantenere le finanze pubbliche lontane dal mercato delle criptovalute.
La nuova legge stabilisce un divieto assoluto per gli enti governativi di acquistare, detenere o investire in Bitcoin e altre criptovalute, impedendo inoltre la creazione di qualsiasi “riserva di valuta virtuale” o l’accettazione di pagamenti in crypto.
Oltre ai divieti per il settore pubblico, la legislazione dello Stato introduce misure di protezione per i consumatori privati. Le aziende crypto che operano come Money Service Business dovranno ora divulgare tutti i rischi materiali associati alle criptovalute attraverso comunicazioni “chiare, evidenti e leggibili in lingua inglese”.
Un altro aspetto riguarda la protezione dei minori: la nuova normativa richiede la verifica del tutore legale per tutti gli utenti di età inferiore ai 18 anni.
Mentre il Connecticut adotta tale posizione restrittiva nei confronti degli asset digitali, diversi altri Stati americani stanno percorrendo la strada opposta. Il New Hampshire è diventato il primo Stato ad approvare un disegno di legge per una riserva strategica in bitcoin, seguito dall’Arizona.