L’istituto cita la volatilità della criptovaluta e le linee guida dell’FMI come motivazioni della decisione.
Il 16 marzo la Banca di Corea (BOK) ha dichiarato di non aver preso in considerazione la possibilità di incorporare Bitcoin nelle proprie riserve di valuta estera, in risposta a un’interrogazione scritta presentata dal deputato Cha Kyu-geun, membro del Comitato di Pianificazione e Finanza dell’Assemblea Nazionale.
L’istituto centrale ha citato la volatilità di bitcoin come motivazione principale per la sua posizione negativa sull’accumulo della criptovaluta, come riportato dal Korea Economic Daily. Secondo il report, la banca centrale ha espresso preoccupazione per il fatto che “la volatilità nel mercato delle criptovalute potrebbe portare a un aumento dei costi di transazione al momento della liquidazione di bitcoin”.
Secondo la BOK, Bitcoin non rispetta inoltre le linee guida del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per la gestione delle riserve di valuta estera. L’FMI stabilisce nelle sue direttive che una riserva di valuta estera deve controllare la liquidità, il mercato e i rischi di credito “in modo prudente”.
La Corea del Sud ha recentemente compiuto passi verso l’allentamento delle sue normative sulle criptovalute. L’autorità di vigilanza finanziaria del Paese sta attualmente implementando un piano per revocare gradualmente il divieto sul trading istituzionale di asset digitali e si sta preparando a stabilire il suo secondo quadro giuridico, concentrandosi sulla gestione delle stablecoin.