La decisione del Doj segna un cambio di rotta nel rapporto tra istituzioni statunitensi e mondo dei digital asset.
Secondo quanto riportato da Fortune, il 7 aprile il Dipartimento di Giustizia americano (Doj) ha annunciato che cesserà le indagini e le accuse penali contro exchange di criptovalute, servizi di mixing e wallet.
Nella dichiarazione ufficiale, il Doj afferma:
“Il Dipartimento di Giustizia smetterà di partecipare alla regolamentazione tramite azioni legali in questo settore. Nello specifico, il Dipartimento non prenderà più di mira gli exchange di valuta virtuale, i servizi di mixing e tumbling, e i wallet offline per le azioni dei loro utenti finali o per violazioni involontarie delle normative”.
Secondo l’annuncio, il Dipartimento abbandonerà immediatamente qualsiasi indagine in corso contro tali entità. Inoltre, non perseguirà legalmente gli sviluppatori il cui codice viene utilizzato da altri per commettere crimini.
Tale decisione arriva in concomitanza con l’annuncio dello scioglimento del National Cryptocurrency Enforcement Team (NCET), lanciato nel 2021 sotto l’amministrazione Biden. Il Doj si riserva comunque il diritto di perseguire singoli attori malevoli, ma solo in circostanze specifiche.
Phoenix Wallet torna nel mercato Usa
Una delle prime conseguenze a questa nuova politica arriva dal wallet Lightning Network Phoenix Wallet, che ha annunciato sul suo profilo X il ritorno nel mercato statunitense:
“Accogliamo con favore il memorandum ‘Ending Regulation By Prosecution’ del vice procuratore generale Usa e la chiarezza che fornisce per sviluppatori e operatori di software Bitcoin. Questo è in linea con l’Ordine Esecutivo 14178 che riconosceva l’importanza di ‘proteggere e promuovere la capacità dei singoli cittadini e delle entità del settore privato di […] sviluppare e implementare software [e] effettuare transazioni con altre persone […] e mantenere l’auto-custodia’. Siamo felici di rendere nuovamente disponibili i nostri prodotti negli Usa”.