Il Ceo di Telegram torna a parlare in seguito all’arresto in Francia: critiche alle azioni delle autorità francesi.
Attraverso un post su Telegram del 5 settembre Pavel Durov è tornato a parlare per denunciare le motivazioni del suo recente arresto, ma anche per affermare che l’azienda è pronta a lasciare i mercati incompatibili con i principi della piattaforma.
Durov si è detto stupito del suo arresto, sottolineando l’esistenza di un rappresentante legale di Telegram all’interno dell’Unione Europea. Durov, cittadino francese, ha affermato che le autorità avrebbero potuto contattarlo facilmente senza coinvolgere la polizia, menzionando i suoi frequenti contatti con il consolato francese di Dubai, Paese dove Durov risiede.
Durov ha affermato:
“A volte non possiamo trovare un accordo con il regolatore di un Paese sul giusto equilibrio tra privacy e sicurezza. In quei casi, siamo pronti a lasciare quel Paese. Lo abbiamo fatto molte volte”.
“Siamo pronti a lasciare i mercati che non sono compatibili con i nostri principi, perché non lo facciamo per denaro. Siamo guidati dall’intenzione di fare del bene e difendere i diritti fondamentali delle persone, in particolare nei luoghi dove questi diritti sono violati”.
Durov ha anche criticato la decisione della Francia di accusarlo personalmente invece di intraprendere azioni contro l’azienda.
Il 25 agosto Durov è stato arrestato e detenuto per quattro giorni dalle autorità francesi per aver permesso il verificarsi di attività criminali non controllate su Telegram. Sebbene Durov sostenga che le accuse siano infondate, si trova ancora in Francia in attesa di processo.