Il Paese centroamericano ottiene un prestito di $1,4 miliardi in cambio di una revisione della Ley Bitcoin.
Il governo di El Salvador ha raggiunto un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ottenere un nuovo finanziamento da $1,4 miliardi distribuiti nei prossimi 40 mesi in cambio di alcune modifiche alla Ley Bitcoin.
Tra i principali cambiamenti, l’accettazione di Bitcoin da parte dei commercianti diventerà volontaria, non più obbligatoria come stabilito dall’articolo 7 nel 2021 quando El Salvador diventò il primo Paese al mondo ad adottare la criptovaluta come moneta a corso legale. Tuttavia, sebbene la norma preveda formalmente l’obbligo di accettazione di Bitcoin come moneta a corso legale, nella pratica tale disposizione non è mai stata realmente applicata.
Il governo ridurrà inoltre il proprio coinvolgimento nel wallet statale Chivo e limiterà le attività economiche del settore pubblico legate a Bitcoin.
Secondo quanto stabilito dall’accordo, le tasse potranno essere pagate esclusivamente in dollari americani, che rimane la valuta ufficiale del Paese. Nonostante tali concessioni, il National Bitcoin Office ha confermato l’intenzione di continuare ad accumulare la criptovaluta, mantenendo l’attuale posizione di 5.968,8 bitcoin (circa $602 milioni).
L’accordo, che necessita ancora dell’approvazione del Consiglio Esecutivo del FMI, rappresenta la conclusione di quattro anni di negoziati complicati dalla decisione del Presidente Nayib Bukele di adottare Bitcoin. Il FMI ha costantemente espresso preoccupazione per i rischi legati alla natura speculativa dell’asset.
L’accordo prevede anche ulteriori prestiti da altre banche internazionali, portando il finanziamento totale a oltre $3,5 miliardi.