Dalla prossima settimana l’Energy Information Administration inizierà a raccogliere dati sull’utilizzo di elettricità da parte dei miner di Bitcoin negli Stati Uniti.
In seguito all’approvazione di una richiesta “emergenziale” da parte dell’EIA (Energy Information Administration), un’agenzia statistica all’interno del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, a partire dalla prossima settimana e per i prossimi sei mesi inizieranno a essere raccolte le informazione relative al consumo di energia elettrica da parte delle aziende di mining di Bitcoin.
L’aumento del prezzo di bitcoin registrato nell’ultimo periodo e la conseguente crescita delle attività di mining – quindi della richiesta di energia elettrica – è stato menzionato dall’EIA come fattore per tale richiesta d’emergenza.
L’approvazione della richiesta è arrivata il 26 gennaio da parte dell’Ufficio di Gestione e Bilancio (OMB).
Il piano dell’EIA
Secondo quanto dichiarato da Joe DeCarolis, amministratore dell’EIA, l’ente si concentrerà sull’evoluzione della domanda energetica legata al mining negli Stati Uniti, individuando le aree geografiche di maggiore crescita e quantificando le diverse fonti di energia utilizzate per le operazioni di mining.
L’EIA intende anche chiedere la partecipazione del pubblico generalista al sondaggio sull’utilizzo di elettricità da parte dei miner.
La posizione di Riot Platforms
La richiesta di raccolta dati da parte dell’EIA è stata contestata da alcune personalità dell’industria del mining tra cui Pierre Rochard, Vicepresidente per la ricerca presso l’azienda di mining Riot Platforms. Secondo Rochard non vi è alcuna “emergenza” per la raccolta di questi dati, sottolineando piuttosto come il mining di Bitcoin possa contribuire a stabilizzare la rete elettrica.