Guida ai Paesi più crypto-friendly del 2024: le opportunità fiscali e regolatorie per hodler e trader.
La crescente adozione degli asset digitali ha spinto molti governi a riconsiderare le proprie politiche fiscali e normative. Alcuni Paesi si sono distinti per la loro apertura verso le criptovalute, offrendo regimi fiscali vantaggiosi e un ambiente normativo favorevole.
In questo articolo esaminiamo i Paesi che si sono affermati come le destinazioni più attraenti per gli investitori in asset digitali nel 2024. Analizziamo le loro politiche fiscali, concentrandoci su aspetti chiave come la tassazione sul capital gain, le imposte sulle società e le distinzioni tra investitore a lungo termine e trader professionista.
L’imposta sul capital gain o sulle plusvalenze è un tipo di imposta che si applica sui guadagni realizzati dalla vendita di un bene, come azioni, obbligazioni, immobili, asset digitali o altre attività finanziarie, quando il prezzo di vendita è superiore a quello di acquisto. In sostanza, è una tassa sul profitto ottenuto da un investimento.
L’imposta societaria o corporate tax è un’imposta che grava sui profitti realizzati dalle società di capitali. In Italia, è comunemente chiamata IRES ed è attualmente fissata al 24%
1. Emirati Arabi Uniti
- Capital Gain Tax: 0%
- Corporate Tax: 9% per il reddito imponibile superiore a 375.000 AED (circa $102.000)
- Possibilità di acquistare beni e servizi in criptovalute
Gli Emirati Arabi Uniti si confermano come una delle destinazioni più attraenti per gli investitori in criptovalute. Con una tassazione sul capital gain pari a zero, offrono un ambiente fiscale estremamente favorevole per i trader individuali. La tassa sulle società, applicata solo sui redditi elevati, rimane comunque competitiva a livello internazionale. Un aspetto particolarmente interessante è la possibilità di utilizzare criptovalute per l’acquisto di beni e servizi, specialmente nel settore del lusso, inclusi immobili e automobili.
Dal 15 novembre 2024 le transazioni in criptovalute sono esenti dall’imposta sul valore aggiunto (IVA), precedentemente fissata al 5% per tutte le altre operazioni. L’esenzione ha effetto retroattivo e copre tutte le transazioni effettuate dal 1° gennaio 2018.
2. Svizzera
- Capital Gain Tax: 0% (per investitori privati e non trader professionisti)
- Corporate Tax: 12% – 21% (varia per cantone)
- Imposta patrimoniale: 0,3% – 1% (varia per cantone)
- Requisiti per essere classificato come investitore privato
La Svizzera mantiene la sua reputazione di “paradiso fiscale” anche nel settore delle criptovalute. Gli investitori privati godono di un’esenzione totale dalla tassazione sul capital gain, a condizione che rispettino determinati criteri. Questi includono un periodo di detenzione minimo di 6 mesi, limiti sul volume di trading, tra cui mantenere un volume di scambio cumulativo inferiore a cinque volte il valore del proprio portafoglio all’inizio dell’anno fiscale e divieto di utilizzare derivati o leve finanziarie, salvo che per copertura.
La tassazione sulle società varia tra i cantoni, offrendo opportunità di ottimizzazione fiscale. Un aspetto da considerare è l’imposta patrimoniale, che si applica anche alle criptovalute. Per i trader professionisti e le attività di mining, la situazione è meno favorevole, con tassazione fino al 40%. La Svizzera si distingue anche per i suoi crypto hub delle città di Zug e Lugano, dove le aziende del settore possono beneficiare di un ambiente regolatorio particolarmente favorevole.
3. El Salvador
- Capital Gain Tax: 0%
- Corporate Tax: 0%
- Bitcoin come valuta a corso legale
El Salvador si distingue per il suo approccio all’avanguardia, essendo il primo Paese al mondo ad aver adottato Bitcoin come valuta legale. Tale mossa ha portato a un trattamento fiscale unico: i guadagni derivanti da Bitcoin sono completamente esenti da tassazione sul capital gain. Inoltre, la tassa sulle società è allo 0%, rendendo El Salvador estremamente attraente anche per le imprese del settore crypto. L’adozione di Bitcoin come valuta a corso legale significa che è possibile utilizzarlo per qualsiasi transazione nel Paese, anche se nella pratica l’adozione rimane limitata. L’ambiente fiscale e normativo unico rende El Salvador particolarmente interessante non solo per gli investitori focalizzati su Bitcoin, ma anche per le aziende crypto che desiderano aprire sedi all’estero.
4. Portogallo
- Capital Gain Tax per detenzione di breve periodo (< 1 anno): 28%
- Capital Gain Tax per detenzione di lungo periodo (> 1 anno): 0%
- Corporate Tax: 21%
- Tassazione sullo staking: 28%
Il Portogallo offre un regime fiscale interessante per gli investitori in asset digitali, con una distinzione chiara tra investimenti a breve e lungo termine. Le plusvalenze su criptovalute detenute per più di un anno sono completamente esenti da tassazione, rendendo il Paese attraente per gli hodler. Tuttavia, le plusvalenze a breve termine e i guadagni da staking sono tassati al 28%. La tassa sulle società del 21% è nella media europea.
Un aspetto rilevante è che il Portogallo, in linea generale, non applica l’IVA ai pagamenti in criptovalute. Inoltre, le donazioni in criptovalute possono usufruire di un’imposta di bollo ridotta al 10%, con alcune esenzioni per quelle effettuate tra familiari per importi inferiori a €500. Nonostante non sia ai livelli di Paesi come El Salvador, il Portogallo offre comunque alcune possibilità di utilizzare criptovalute per l’acquisto di beni e servizi, anche se con qualche difficoltà in più rispetto ad altri Paesi nella lista.
5. Singapore
- Capital Gain Tax: 0%
- Corporate Tax: 17%
- Tassazione per trader professionisti: fino al 22%
Singapore si conferma come uno dei centri finanziari più attraenti per il settore delle criptovalute. L’assenza di tassazione sul capital gain per gli individui la rende una destinazione ideale per gli hodler. La tassa sulle società del 17% è competitiva, e ci sono esenzioni disponibili per alcune categorie di reddito, rendendo Singapore un hub attraente anche per le startup del settore crypto. Tuttavia, è importante notare che i trader professionisti sono soggetti a una tassazione più elevata, che può arrivare fino al 22%. Tale sistema differenziato incentiva gli investimenti a lungo termine piuttosto che il trading attivo. Inoltre, dal 2020, l’acquisto di beni e servizi tramite criptovalute è esente dalla Goods and Services Tax (GST), pertanto le transazioni in cui le criptovalute vengono utilizzate come metodo di pagamento non sono soggette all’IVA.
6. Malta
- Capital Gain Tax: 0%
- Corporate Tax: 35% (con possibili riduzioni)
Malta si distingue per la sua politica fiscale favorevole agli investitori in asset digitali, offrendo zero tasse sul capital gain. Tuttavia, la tassa sulle società del 35% potrebbe sembrare elevata a prima vista, ma esistono vari schemi di riduzione che possono renderla più competitiva. Per i trader professionisti i guadagni sono tassati come reddito ordinario, con aliquote che vanno dal 15% al 35%. Malta offre incentivi interessanti per i piccoli miner, con un’aliquota forfettaria del 10% sui primi €10.000 di reddito da mining annuo. Le operazioni in criptovalute sono trattate in modo simile al trading di azioni, con possibilità di ridurre l’aliquota fino allo 0% o al 5% in determinate condizioni.
A Malta le transazioni per l’acquisto di beni e servizi in criptovalute sono esenti da IVA, il che significa che l’imposta sul valore aggiunto non viene applicata quando si utilizza Bitcoin per le transazioni.
7. Georgia
- Capital Gain Tax: 0%
- Corporate Tax: 15%
La Georgia sta emergendo come una destinazione interessante per gli investitori in criptovalute. Con una tassazione sul capital gain pari a zero e una tassa sulle società competitiva del 15%, offre un ambiente fiscale favorevole. Un aspetto interessante è la possibilità di utilizzare criptovalute per l’acquisto di immobili, il che potrebbe attirare investitori interessati a fare cash out e acquistare asset tangibili.
8. Germania
- Capital Gain Tax per detenzione di lungo periodo (> 1 anno): 0%
- Capital Gain Tax per detenzione di breve periodo (< 1 anno): 26,375%
- Corporate Tax: 15% – 30%
La Germania offre un ambiente fiscale particolarmente favorevole per gli investitori a lungo termine. Il Paese applica una regola di esenzione totale dalle tasse sul capital gain per le criptovalute detenute per più di un anno. Per le vendite effettuate entro il primo anno dall’acquisto, i profitti sono soggetti a un’aliquota del 26,375%. Esiste anche un’esenzione annuale fino a €600 per le plusvalenze derivanti da vendite a breve termine. La tassa sulle società tra il 15% e il 30% è competitiva a livello europeo. È importante notare che per le vendite a breve termine con profitti elevati, può essere applicata l’aliquota dell’imposta sul reddito ordinaria, che può arrivare fino al 45%, più un supplemento di solidarietà del 5,5% per redditi superiori a €10.908. In Germania, l’utilizzo di criptovalute per l’acquisto di beni o servizi rappresenta un evento imponibile.