Il rapporto di JPMorgan avverte che la rete Ethereum sta diventando più centralizzata a causa dell’aumento dello staking di Ether.
Che cos’è lo staking?
Dopo il Merge e l’hard fork Shanghai, la rete Ethereum sta mostrando segni di crescente centralizzazione, come evidenziato in un recente rapporto di JPMorgan. Il colosso di Wall Street osserva che l’aumento degli Ether utilizzati per lo staking rappresenta uno sviluppo che concentra sia la ricchezza che, nel contesto di un sistema Proof-of-Stake, il potere decisionale.
Staking è un termine utilizzato per descrivere l’atto di bloccare le criptovalute in un portafoglio per supportare le operazioni della rete blockchain, come la convalida delle transazioni. In cambio di questo servizio, le persone che partecipano allo staking ricevono un rendimento sotto forma di criptovalute aggiuntive. JPMorgan suggerisce che Lido, una piattaforma decentralizzata per lo staking, potrebbe essere una soluzione preferibile rispetto alle opzioni centralizzate proposte da vari exchange.
Il problema della centralizzazione
Sebbene Lido abbia integrato molti operatori al suo interno per evitare che un’unica entità controlli una quantità eccessiva di Ether, JPMorgan avverte che questa concentrazione di risorse potrebbe comportare diversi rischi. Tra questi, la possibilità che Ethereum diventi più suscettibile agli attacchi e che gli operatori possano collaborare per portare avanti i propri interessi a scapito della comunità.
Il rapporto suggerisce inoltre che la centralizzazione potrebbe avere ripercussioni sull’attrattiva dell’Ether staking come opzione di investimento. Secondo JPMorgan, il rendimento medio dell’Ether staking è sceso dal 7,3% prima dell’aggiornamento Shanghai al 5,5%. Questo potrebbe disincentivare gli investitori, soprattutto in un contesto in cui i rendimenti delle attività finanziarie tradizionali sono in aumento.