All’aumentare del prezzo di bitcoin aumentano i timori del governo degli Stati Uniti su un maggiore consumo di corrente elettrica da parte dei miner: preoccupazioni infondate.
La Casa Bianca ha recentemente posto l’attenzione sull’utilizzo di energia elettrica impiegato nel mining di bitcoin.
Secondo alcuni report di Fox Business le preoccupazioni di Washington derivano dal recente aumento del prezzo di bitcoin. Per il governo statunitense l’aumento di prezzo di bitcoin alimenterebbe un incremento del consumo di corrente elettrica da parte dei miner. Ciò suscita preoccupazioni sia per quanto riguarda l’impatto ambientale sia per lo stress causato alla rete elettrica dei singoli Stati americani.
A maggio 2023 la Casa Bianca aveva proposto l’introduzione di una tassa sul mining chiamata Digital Asset Mining Energy (DAME) per mitigare i costi economici e ambientali associati alle attività di mining.
Preoccupazioni infondate
I timori della Casa Bianca sembrano essere soltanto un pretesto per imporre normative, tassare e limitare le operazioni di mining negli Stati Uniti.
Affermare che all’aumento del prezzo di bitcoin sia direttamente collegato un incremento del consumo di energia elettrica da parte dei miner non è corretto.
Il mining implica la risoluzione di indovinelli matematici che richiedono potenza di calcolo. Tale processo necessita un consumo di corrente piuttosto costante, indipendentemente dal prezzo di bitcoin.
Certamente l’aumento del prezzo potrebbe attirare più miner, ma ciò non significa necessariamente un significativo aumento del consumo di elettricità.
Al crescere dell’hashrate la difficoltà aumenta, rendendo il mining più competitivo e dispendioso in termini energetici. Ma la crescita del prezzo di bitcoin non è direttamente correlata a un aumento del consumo di corrente elettrica da parte dei miner che operano attualmente sulla rete.
Come si può osservare dal seguente grafico, durante il bear market del 2022 l’hashrate ha continuato ad aumentare. Nel corso del bear market i miner hanno continuato a investire risorse nel mining nonostante il calo del prezzo, dimostrando come l’industria rappresenti un’opportunità indipendentemente dall’andamento del prezzo di bitcoin.
Inoltre, con l’avanzamento tecnologico, l’hardware dedicato al mining sta diventando più efficiente dal punto di vista energetico. L’aumento dell’efficienza energetica può ridurre il consumo energetico da parte delle aziende di mining.
Infine numerosi studi affermano come il mining sia diventato una delle industrie più sostenibili al mondo. Molti miner operano in zone con energia elettrica a basso costo o hanno accesso a fonti di energia in esubero, spesso sprecata in quanto non adeguatamente sfruttata. Un miner è economicamente interessato a sfruttare tale fonte energetica per via dei costi contenuti.
Negli ultimi anni diversi studi hanno rivelato un incremento nell’utilizzo di energia rinnovabile e una costante riduzione delle emissioni di gas serra.
Il ricercatore Daniel Batten ha dimostrato come più del 50% delle risorse energetiche utilizzate dall’industria provengano da fonti rinnovabili, posizionandola come una delle attività con l’energy mix più verde a livello globale.