Durante il BitCare Forum 2025 Giacomo Zucco ha illustrato il pragmatismo del movimento Cypherpunk, fornendo un’analisi delle radici culturali e filosofiche di Bitcoin.
La fusione tra la scuola Austriaca di economia e il movimento Cypherpunk ha dato vita a Bitcoin, creando uno strumento che unisce teoria economica e tecnologia al servizio della libertà individuale. Questo il messaggio centrale dello speech di Giacomo Zucco intitolato “Il pragmatismo del movimento Cypherpunk“, tenuto il 10 maggio al BitCare Forum 2025.
Secondo Zucco, Bitcoin nasce dall’incontro di due filoni culturali complementari: la scuola Austriaca di economia, focalizzata su scarsità e inflazione, e il movimento Cypherpunk, concentrato su privacy e resistenza alla censura attraverso la crittografia.
“Da un lato abbiamo i pensatori Austriaci come Douglas Jackson che riconoscono la necessità di strumenti tecnologici per la libertà, dall’altro i Cypherpunk come Nick Szabo che comprendono l’importanza di una teoria solida del denaro per creare sistemi di pagamento online”, ha spiegato Zucco.
Origini del movimento
Il termine “Cypherpunk” nasce dalla fusione di “cipher” (cifrario) e “cyberpunk” (genere letterario distopico). I pionieri del movimento includono figure come:
- Tim May, ingegnere elettronico e autore del “Crypto Anarchist Manifesto”;
- Eric Hughes, creatore della mailing list Cypherpunk e sviluppatore del primo remailer anonimo;
- John Gilmore, sostenitore del software libero che ospitò i primi incontri del gruppo;
- Jude Milhon (St. Jude), hacker e attivista accreditata per aver coniato il termine “Cypherpunk”.
“Cypherpunks write code” era il loro motto, ha affermato Zucco, sottolineando l’importanza dell’azione pratica oltre alla teoria.
Privacy come strumento di uguaglianza
“Il concetto di privacy è un equilibratore. È un’arma che permette al più debole di evitare il rapporto di sudditanza con il più forte”, ha sottolineato Zucco. La privacy non è un privilegio per chi ha “qualcosa da nascondere”, ma uno strumento essenziale che protegge le risorse degli individui dai poteri forti.
Nel mondo digitale, dove le informazioni sono facilmente copiabili e quasi impossibili da cancellare, la privacy diventa ancora più cruciale.
Un apparente paradosso del movimento è la coesistenza di due principi: privacy dell’individuo e trasparenza del codice. “Il tema è sì di segretezza di alcuni dati, ma anche di trasparenza di altri dati”, ha spiegato Zucco.
Tale rapporto è evidente in progetti come Wikileaks: massima protezione per l’informatore (whistleblower), ma completa trasparenza per l’informazione rivelata.
“L’idea è che con la crittografia nel mondo di Internet possiamo raggiungere un equilibrio di potere perfetto che nel mondo fisico è rovinato dal fatto che ci sono quelli più grossi e con più armi”, ha affermato Zucco.
Nel cyberspazio le minacce fisiche perdono efficacia. La crittografia crea una sorta di “corazza digitale” che protegge l’individuo, consentendo interazioni basate sul consenso piuttosto che sulla coercizione.
Il movimento Cypherpunk è fortemente influenzato dall’agorismo, filone libertario che promuove la creazione di mercati alternativi piuttosto che l’impegno nella politica tradizionale.
“Se volete libertà non dovete fare politica, dovete fare mercato, dovete fare controeconomia… non combattere il sistema attaccandolo, ma combattere il sistema rendendolo obsoleto tramite la creazione di un altro sistema che funziona meglio”, ha commentato Zucco.
Decentralizzazione e privacy finanziaria
Nel corso dell’intervento la decentralizzazione è emersa come elemento chiave per garantire la sopravvivenza dei sistemi alternativi. “Ogni volta che c’è un solo punto di potere, quel punto è facile da ricattare, corrompere, arrestare o spegnere”, ha sottolineato Zucco.
Sistemi come Bitcoin, BitTorrent e Internet stesso sono progettati per funzionare anche quando singoli nodi vengono compromessi.
Spazio anche al tema della privacy finanziaria: “Le cose che dite sono facili da smentire, ma i pagamenti che effettuate parlano più chiaramente. La privacy finanziaria è più importante della privacy della corrispondenza”.
Secondo Zucco, i Cypherpunk avevano compreso che i sistemi di pagamento rappresentavano l’anello mancante della libertà digitale. Bitcoin è quindi il culmine di decenni di ricerca per creare un sistema monetario resistente alla censura e alla sorveglianza.
Disobbedienza civile
Il movimento Cypherpunk ha occasionalmente utilizzato la disobbedienza civile per sfidare leggi ritenute ingiuste. Un esempio citato da Zucco è quello di Adam Back, che indossò una maglietta con il codice dell’algoritmo RSA stampato sopra, per sfidare le leggi americane che equiparavano il codice crittografico ad armi da guerra.
“È un ‘hacking del sistema legale’ che mira a creare casi da manuale”, ha affermato Zucco, spiegando l’episodio avvenuto durante le “Crypto Wars” degli anni ’90.
Concludendo il suo intervento, Zucco ha sottolineato che il vero pragmatismo dei Cypherpunk risiede nel passaggio dalla teoria all’azione concreta. Non basta discutere di libertà: bisogna costruire gli strumenti che la rendono possibile.
Il messaggio finale è un invito all’azione: utilizzare bitcoin non solo come riserva di valore, ma come strumento di libertà; contribuire al suo sviluppo; creare business che lo accettano; partecipare alla costruzione di un’economia alternativa che possa rendere obsoleti i sistemi di controllo centralizzati.