Il crollo del token e le conseguenze politiche per il Presidente argentino: cos’è accaduto nelle scorse 72 ore.
Nello scorso weekend un altro rug pull ha coinvolto il mondo delle criptovalute. Dopo Trump e il Presidente della Repubblica Centrafricana, stavolta lo scandalo ha coinvolto il Presidente argentino Javier Milei e il neo token LIBRA. Promosso come un asset digitale destinato a “sostenere l’economia argentina”, la rapida ascesa e il repentino crollo poco dopo del token hanno provocato grosse perdite tra gli investitori e gettato ombra sulla carriera politica di Milei.
Cos’è successo?
La storia di LIBRA è iniziata il 14 febbraio con un tweet del Presidente Javier Milei nel quale promuoveva il token ai suoi 3,8 milioni di follower su X. Il post descriveva il progetto come un’iniziativa privata volta a rafforzare l’economia argentina finanziando aziende locali. L’endorsement del Presidente argentino ha scatenato una frenesia speculativa, con il prezzo del token che è schizzato da un valore quasi nullo a circa $5, con una capitalizzazione di mercato che ha raggiunto i $4,4 miliardi nel giro di poche ore.
https://twitter.com/KobeissiLetter/status/1890611964994363769
Ma l’impennata è stata di breve durata. Poche ore dopo il token è crollato sotto $1.
Gli analisti blockchain hanno subito scoperto che l’82% dei token era controllato da insider, i quali hanno prelevato $107 milioni in USDC e SOL dalle liquidity pool (insiemi di token bloccati in smart contract utilizzati nelle piattaforme DeFi per facilitare lo scambio di criptovalute, nda). Nel giro di poche ore il token LIBRA è crollato del 94%.
Protagonisti e legami con $MELANIA
Il Presidente Milei è al centro dello scandalo. Dopo il crollo del token, ha cancellato il tweet iniziale di supporto, pubblicandone uno nuovo in cui sosteneva di essere all’oscuro dei dettagli del progetto e affermava di aver ritirato il suo endorsement una volta scoperti i difetti.
Altre figure controverse associate alla creazione e promozione del token LIBRA hanno storie passate di attività fraudolente simili. In particolare, la società di analisi blockchain Bubblemaps ha trovato connessioni tra gli sviluppatori di LIBRA e quelli responsabili del token MELANIA, un’altra memecoin coinvolta in uno schema pump-and-dump all’inizio dell’anno. Gli stessi wallet coinvolti nei primi guadagni del token MELANIA sono stati identificati nelle transazioni di LIBRA, suggerendo un modello di schemi pump-and-dump coordinati.
Secondo Bubblemaps, una prova nell’indagine è l’attività di un wallet Solana chiamato “P5tb4“. Il wallet ha accumulato oltre $2,4 milioni grazie a operazioni rapide sul token MELANIA e successivamente ha trasferito questi fondi a un wallet EVM basato su Avalanche, “0xcEA“, direttamente collegato al creatore del token MELANIA. Il collegamento è stato fatto attraverso transazioni di finanziamento e scambi cross-chain.
Bubblemaps afferma che, settimane dopo, l’indirizzo “0xcEA” ha iniziato a finanziare “DEfcyK“, il wallet principale del creatore di LIBRA, che è anche identificato come wallet del team su Solscan.
Dopo il lancio del token LIBRA, il 15 febbraio, il portafoglio “0xcEA” ha ripetuto la stessa operazione con quest’ultimo, realizzando un profitto di $6 milioni. Anche in questo caso, le operazioni sono state condotte utilizzando più indirizzi secondari finanziati tramite protocolli di trasferimento cross-chain da wallet su Arbitrum e Avalanche.
Gli analisti hanno notato che il sito web di LIBRA è stato creato solo poche ore prima del lancio. Ai microfoni della CNN, l’analista Pablo Sabatella ha dichiarato:
“La prima cosa che ho notato è che il sito web è stato registrato ieri (venerdì), il che è tipico di una truffa”.
Come riportato da Criptovaluta.it, il dominio è stato registrato il 13 febbraio.
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In un’intervista al canale youtube voidzilla (canale del giornalista Coffeezilla), Hayden Davis, Ceo di Kelsier Ventures e figura chiave dietro al lancio del token LIBRA, ha ammesso di far parte dello stesso gruppo che ha lanciato il token MELANIA e che il team ha adottato la medesima strategia di “sniping” al lancio di quel token. Il termine “sniping” si riferisce all’uso di bot automatici o smart contract per eseguire transazioni programmate che acquistano una grande quantità di un nuovo token appena lanciato. Questo viene fatto molto rapidamente, spesso entro pochi millisecondi, con l’obiettivo di rivendere i token a un prezzo più alto e ottenere un profitto. Davis ha sottolineato che ogni lancio è soggetto a queste dinamiche che svantaggiano gli investitori retail non a conoscenza di informazioni privilegiate. Ha poi paragonato il panorama delle criptovalute a un casinò, dove le probabilità sono contro l’investitore medio.
Ripercussioni politiche e legali
I parlamentari dell’opposizione hanno chiesto l’impeachment di Milei, accusandolo di aver abusato della sua influenza politica per promuovere un asset finanziario speculativo e ingannevole. Gli esperti legali sostengono che Milei potrebbe affrontare accuse di frode ai sensi dell’Articolo 265 del Codice Penale argentino, che copre la manipolazione del mercato e i crimini finanziari.
Diversi contenziosi sono stati già avviati contro Milei, sostenendo che il suo endorsement ha ingannato gli investitori. Milei ha incaricato l’Ufficio Anti-Corruzione di indagare sulle sue azioni, investigare se altri funzionari governativi abbiano commesso condotte illecite riguardo al lancio di LIBRA e ha annunciato la creazione di una commissione per investigare i creatori per presunta frode. Se giudicato colpevole, Milei potrebbe affrontare una pena detentiva fino a sei anni e la possibile rimozione dall’ufficio.
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