Sfide, opportunità e sostenibilità: analisi dell’impatto ambientale del mining di Bitcoin.
Per comprendere appieno le dinamiche coinvolte nell’impatto ambientale di Bitcoin, è necessario avere una comprensione dei principi fondamentali sottostanti al processo di creazione di nuovi bitcoin, noto come mining.
Il mining di bitcoin costituisce l’attività tramite la quale le transazioni vengono validate e aggiunte alla blockchain. I miner, impegnati in questa operazione, utilizzano dispositivi di elevata potenza di calcolo noti come ASIC, spesso ospitati in ampi data center, per partecipare alla competizione finalizzata alla creazione di un nuovo blocco nella blockchain.
Il consumo energetico di Bitcoin
Diversi studi hanno tentato di quantificare l’energia elettrica consumata da Bitcoin nel corso degli anni. Uno degli indici più noti per calcolare tale consumo è il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI). Tuttavia, ad agosto 2023, le stime di questo indice sono state riviste al ribasso, come evidenziato in questo report.
Il CBECI di Cambridge non rappresenta l’unico sforzo nel valutare il consumo energetico di Bitcoin. Daniel Batten, co-fondatore di CH4 Capital e investitore in tecnologie legate al clima, ha redatto diversi articoli sulla tematica, giungendo a conclusioni simili a quelle dell’Università di Cambridge. In questo suo contributo, Batten afferma che il consumo energetico di Bitcoin risulti essere inferiore di almeno il 23,7% rispetto al calcolo iniziale effettuato dal CBECI.
La divergenza di tali stime deriva dalla disparità nelle metodologie di calcolo: nello studio di Batten si considera sia il mining on-grid che quello off-grid, mentre Cambridge ha dichiarato di focalizzarsi esclusivamente sull’attività di mining on-grid.
Le attività di mining off-grid sono generalmente indipendenti energicamente dalla rete elettrica nazionale oppure stipulano accordi contrattuali specifici con i proprietari delle reti. Questa differenza di metodologia è sostanziale perché nel suo modello di studio BEEST, Batten sostiene che le attività di mining off-grid rappresentino la maggioranza dell’hash rate globale.
Sostenibilità ed energia rinnovabile
Le aziende coinvolte nell’attività di mining di Bitcoin mostrano un interesse predominante nel garantirsi un approvvigionamento di corrente elettrica al costo più basso possibile.
Seguendo questa logica, è essenziale esplorare le fonti di corrente elettrica a basso costo disponibili.
Nella maggior parte dei Paesi del mondo, l’energia elettrica meno onerosa è rappresentata da quella in eccesso, spesso sprecata in quanto non adeguatamente sfruttata. Un miner è economicamente interessato a sfruttare tale fonte energetica per via dei costi contenuti.
L’elettricità proveniente da fonti rinnovabili, in particolare l’eolico, l’idroelettrico e il solare, costituiscono un’altra fonte di energia a basso costo. Pertanto, nel corso degli ultimi anni, il settore del mining ha sperimentato una transizione significativa da fonti di energia basate su combustibili fossili a fonti più pulite. Infatti, nonostante il continuo aumento dell’hash rate, le emissioni legate alla produzione di energia elettrica utilizzata nel mining stanno diminuendo.
Alcune mining farm cercano attivamente regioni con abbondanza di energia rinnovabile, come quella idroelettrica, sfruttando la potenza dell’acqua in movimento per generare elettricità caratterizzata da un flusso costante.
Inoltre, le continue innovazioni tecnologiche, come l’adozione di hardware di mining più efficiente dal punto di vista energetico, possono contribuire a mitigare l’impatto ambientale del settore.
Attualmente la rete elettrica globale utilizza il carbone come principale fonte di energia: questo significa che datacenter, veicoli elettrici, gaming, asciugatrici, illuminazione domestica, stufe elettriche, smartphone, computer, piani cottura a induzione e una miriade di altri elettrodomestici e tecnologie sono prevalentemente alimentati dal carbone. Bitcoin, al contrario, vede l’idroelettrico come principale fonte di approvvigionamento di energia elettrica nel proprio paniere energetico.
Le potenzialità per diventare carbon negative
La facoltà di sfruttare fonti energetiche altrimenti inutilizzabili fa sì che i miner si stiano progressivamente interessando all’ottimizzazione energetica di processi industriali come l’estrazione petrolifera e la gestione delle discariche.
Secondo alcuni studi condotti da Daniel Batten, è plausibile che Bitcoin diventi carbon negative nel giro di pochi anni, contribuendo quindi alla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Questo risultato sarebbe raggiunto attraverso l’utilizzo del metano di scarto proveniente da discariche e impianti di estrazione di petrolio nelle attività di mining.
Attualmente, stiamo già assistendo a questa trasformazione, con alcune aziende che stanno sfruttando i fenomeni noti come gas flaring e gas venting per il mining di Bitcoin.
Secondo le stime di Batten a dicembre 2022 le emissioni risparmiate in atmosfera ammontavano a 2,2 Gt (giga-tonnellate) di CO2.