Secondo un nuovo report, le aziende di mining di Bitcoin si confermano importanti datori di lavoro e contribuenti nelle comunità locali americane.
Il settore del mining di Bitcoin sta dimostrando un importante impatto sull’economia statunitense, generando più di 31.000 posti di lavoro tra impieghi diretti nelle operazioni di mining e indiretti nelle industrie di supporto. È quanto emerge da un recente studio condotto dal Perryman Group e pubblicato dal Texas Blockchain Council e dal gruppo di advocacy The Digital Chamber.
La ricerca evidenzia come 12 Stati americani rappresentino la maggior parte dell’attività di mining nel Paese, con il Texas in prima linea che ha creato oltre 12.200 posti di lavoro legati direttamente e indirettamente al settore e un contributo al prodotto interno lordo di circa $1,7 miliardi. Altri Stati leader includono la Georgia (con $316,8 milioni di prodotto lordo annuo e 2.300 posti di lavoro) e New York ($225,9 milioni di prodotto lordo annuo e 1.600 posti di lavoro).
L’impatto economico si traduce in un contributo annuale totale di oltre $4,1 miliardi al prodotto interno lordo, mentre sul fronte energetico il mining svolge un ruolo cruciale nel bilanciamento del carico della rete elettrica.
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L’importanza del mining ha acquisito particolare rilevanza in seguito alle dichiarazioni del Presidente Trump, che ha posto l’accento sulla necessità di dominare il settore e sviluppare infrastrutture elettriche adeguate per il mining e i data center di AI, considerandoli essenziali per mantenere la competitività degli Stati Uniti a livello globale.
Durante la campagna presidenziale 2024, Trump ha ripetutamente espresso l’ambizione di trasformare gli USA nella “capitale mondiale delle criptovalute”. Per raggiungere tale obiettivo, il Presidente ha annunciato la costruzione di nuove centrali elettriche e l’allentamento di alcune restrizioni normative, prevedendo l’utilizzo sia di combustibili fossili che di energia nucleare.