Le autorità russe scoprono 95 macchine per il mining di Bitcoin nascoste in un camion che rubava energia elettrica a un villaggio.
Le forze dell’ordine della Repubblica di Buriazia hanno portato alla luce un’operazione di mining di Bitcoin illegale celata all’interno di un camion KamAZ. L’impianto clandestino sottraeva energia elettrica destinata alla popolazione locale.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa nazionale TASS, la scoperta è avvenuta durante un controllo di routine delle linee elettriche nel distretto di Pribaikalsky, dove gli ispettori hanno individuato un allacciamento abusivo a una linea da 10 kilovolt, capace di alimentare un intero borgo. L’operazione criminale dimostrava un livello di organizzazione notevole, con attrezzature sofisticate nascoste in un mezzo di trasporto apparentemente innocuo.

All’interno del veicolo commerciale, le autorità hanno rinvenuto un vero e proprio centro di mining composto da 95 macchine e una stazione di trasformazione portatile. La configurazione tecnica dell’impianto suggeriva una pianificazione accurata dell’operazione, progettata per massimizzare la produzione di bitcoin minimizzando i rischi di individuazione.
Due persone sospettate di essere coinvolte nell’attività illegale sono riuscite a fuggire a bordo di un SUV prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Impatto del mining illegale sulla rete elettrica locale
L’unità Buryatenergo di Rosseti Siberia ha evidenziato come tali allacciamenti abusivi compromettano gravemente la stabilità della rete elettrica regionale. Le conseguenze includono cali di tensione, sovraccarichi e potenziali blackout che colpiscono principalmente le comunità rurali, già vulnerabili dal punto di vista energetico.
La sottrazione illegale di energia per il mining crea un effetto domino che si ripercuote sull’intera infrastruttura elettrica, causando disservizi a utenze legittime e aumentando i costi di manutenzione per gli operatori di rete.
Restrizioni governative sul mining
Il governo russo ha implementato varie limitazioni al mining di criptovalute in diverse regioni del Paese. In Buriazia, l’attività è vietata dal 15 novembre al 15 marzo a causa della scarsità energetica stagionale. Solo le aziende registrate in distretti specifici come Severo-Baikalsky e Muisky possono operare al di fuori di questo periodo.
Le restrizioni federali si sono intensificate nel dicembre 2024, quando la Russia ha annunciato il divieto di mining durante i mesi di picco energetico in diverse regioni, incluse Dagestan, Cecenia e parti dell’Ucraina orientale sotto controllo russo. Dal mese di aprile, un divieto totale è in vigore nella regione meridionale di Irkutsk.
Nonostante le restrizioni, alcune aziende russe continuano a operare legalmente nel settore. BitRiver, uno dei principali operatori nazionali, sfrutta l’energia a basso costo della regione di Irkutsk, dove ha lanciato il suo primo e più grande impianto nel 2019 nella città di Bratsk.