Il ministro degli Esteri dell’Argentina, Diana Mondino, ha confermato che il Paese inizierà a riconoscere Bitcoin, altre criptovalute e cibo come valute legalmente accettate per stipulare accordi contrattuali.
Il decreto di mega-liberalizzazione
Un mega decreto pensato per deregolamentare l’economia argentina su larga scala. Si chiama ‘Basi per la ricostruzione dell’economia argentina‘, ed è stato presentato il 20 dicembre dal presidente Javier Milei. Nel video pubblicato dal governo sono state presentate 30 delle oltre 300 deroghe e disposizioni che figurano nella proposta e che verranno sottoposte all’approvazione delle Camere.
Tra le altre cose, il decreto stabilisce la derogazione della legge sull’approvvigionamento che assicura quote di beni al mercato interno; della legge sugli acquisti nazionali che impone allo Stato di privilegiare imprese locali per appalti e concessioni; delle leggi di promozione industriale e commerciale; e della legge che impedisce la privatizzazione delle aziende statali.
Il ministro degli Esteri menziona Bitcoin
Relativamente agli scambi commerciali, il decreto non menziona specificamente Bitcoin, ma include indicazioni per valute non aventi corso legale. In un post su X, il ministro degli Esteri Diana Mondino ha dichiarato che i cittadini argentini avranno ora la possibilità di utilizzare Bitcoin nella stipulazione di contratti. Lo stesso ministro ha menzionato che sarà possibile utilizzare anche altre criptovalute e persino alcuni tipi di cibo, come chili di carne di manzo o litri di latte.
“Ratifichiamo e confermiamo che in Argentina i contratti potranno essere stipulati in Bitcoin. E anche qualsiasi altra criptovaluta e/o cibo come chili di manzo o litri di latte.
Art. 766. – Obbligo del debitore. Il debitore deve consegnare l’importo corrispondente della moneta designata, indipendentemente dal fatto che la moneta abbia o meno corso legale nella Repubblica.”
Le proteste contro la liberalizzazione
In seguito all’annuncio del governo nel Paese si sono scatenate le proteste: migliaia di persone sono scese in piazza a Buenos Aires, Cordoba, Rosario, Santa Fe e Mar del Plata. A Cordoba si sono registrati scontri tra i manifestanti e la polizia.