“L’arte è un ottimo veicolo per comunicare i valori di Bitcoin”. Il libro per bambini e la collaborazione con Bukele in El Salvador. Intervista a Valentina Picozzi, artista e curatrice di Satoshigallery.
L’arte come strumento per veicolare messaggi e valori non facilmente trasmissibili attraverso la parola. E’ questo uno dei principi che sottende il lavoro di Valentina Picozzi, artista e curatrice del progetto Satoshigallery. Le sue opere vedono in Bitcoin il protagonista principale e si ispirano alla Pop-Art. L’ultimo PlanB Forum di Lugano è stata l’occasione perfetta per parlare con lei.
Un tema di cui si parla spesso è la mancanza di una coordinazione nella comunicazione dei valori di Bitcoin. Proprio perché Bitcoin non ha un ufficio marketing non è facile trovare messaggi condivisi. Pensi che l’arte possa colmare un parte di questa lacuna?
Certo, l’arte può essere un ottimo veicolo. Uso l’arte per narrare aneddoti o concetti che possano rimanere impressi nell’utente finale, suscitando curiosità e approfondimenti. L’arte è immediata e diretta, io adotto lo stile della Pop-Art, che risuona facilmente con la nostra generazione. Le immagini di facile interpretazione e i colori vivaci aiutano a catturare l’attenzione e a raccontare storie efficacemente.
Quali sono le opere di cui vai più fiera?
Sì, una delle mie opere preferite è ispirata a Andy Warhol e al suo simbolo del dollaro. Negli anni ’60, il dollaro rappresentava benessere e aspirazione, soprattutto in America durante il boom economico. Oggi, credo che questo paradigma sia cambiato; i giovani sono più attratti da Bitcoin come simbolo di aspirazione finanziaria. Ho quindi creato il ‘B-sign’, ispirato al simbolo del dollaro di Warhol. Utilizzo poi spesso la mia frase preferita di Satoshi Nakamoto, che è: “If you don’t believe it or don’t get it, I don’t have the time to try to convince you. I’m sorry”. E’ la mia preferita perché sottolinea anche la rapidità della tecnologia e l’importanza di stare al passo con i tempi. Questa è una rivoluzione tecnologica che sta cambiando il mondo, e chi sceglie di ignorarla, resta indietro.
Come sei arrivata a Bitcoin?
Durante i miei studi in odontoiatria e specializzazione in ortodonzia, intorno al 2012, mio marito ha iniziato a interessarsi a Bitcoin, concentrandosi sul suo protocollo. Io lo seguivo e viaggiavamo in Europa visitando luoghi frequentati da hacker coinvolti nello sviluppo. Mi sono resa conto che i miei amici, non essendo esperti tecnici, avevano difficoltà a comprendere Bitcoin. All’epoca mancavano riviste o blog che spiegassero Bitcoin e molti concludevano che fosse troppo complesso. Quindi, ho iniziato a usare le immagini per semplificare la comprensione e la trasmissione di messaggi e valori legati a Bitcoin, alla cultura cypherpunk e alla filosofia libertaria. Ho cercato di adottare un approccio artistico per educare le persone su Bitcoin, utilizzando l’arte come forma di attivismo.
Il tuo lavoro ti ha portata anche in El Salvador, dove collabori attivamente con il presidente Nayib Bukele. E’ diventato simbolico il tuo ritratto di Bukele con il claim “paso a paso”. Come sei arrivata a quell’opera?
Quando El Salvador, il 7 settembre 2021, ha dichiarato Bitcoin valuta a corso legale, io ho deciso di fare una serie usando le prime pagine dei giornali più importanti e rielaborandole graficamente. Da lì ho iniziato a seguire tutto quello che succedeva in El Salvador. Sono rimasta affascinata dalla figura di questo presidente giovane e intraprendente che stava trasformando il Paese.
In questo contesto, ho creato un’immagine per la campagna presidenziale, ispirata dai valori che io percepisco dalla figura del presidente Bukele: ovvero una persona concreta, che non guarda nelle foto ufficiali in alto a destra come facevano Obama o Kennedy, non dice: “I have a dream”. Bukele non è caratterizzato da questo standard secondo cui nei manifesti elettorali bisogna essere in giacca e cravatta, cosa che separa anche la figura politica dal popolo che la vota. Bukele è molto più vicino al popolo, viene percepito come qualcuno che fa le cose, per cui nell’immagine è girato dal lato opposto rispetto ai manifesti elettorali tradizionali, non è in giacca e cravatta ma è vestito in maniera informale, con un cappellino. Questo cappellino ha un particolare significativo: nella parte bassa c’è una macchia che, se si osserva bene, è la rappresentazione di El Salvador, ma con l’immagine ribaltata di 180 gradi. Questa scelta simbolica rappresenta il cambiamento che sta portando Bukele in El Salvador. E l’immagine è declinata nei colori tipici: ci sono quelli di El Salvador, quindi bianco e blu, e poi ho aggiunto l’arancione Bitcoin per evidenziare che per la prima volta c’è un candidato politico che non viene percepito solo come candidato della propria nazione ma anche come un riferimento politico per tutti i bitcoiner, che sono una comunità espansa in tutto il mondo.
Di recente siamo andati là e abbiamo fatto questo murale di 20×6 metri nella colonia di Zacamil di San Salvador, in una delle favelas più povere del Paese. Ora stiamo lavorando sempre con il governo per eseguire una riqualificazione artistica sempre di quella zona.
Bukele viene però anche criticato per l’approccio a Bitcoin. La diffusione di un wallet come Chivo, che censura transazioni ed è spesso mal funzionante, è un tema spinoso, per esempio. Un altro tema è quello dell’educazione su Bitcoin che per due anni è mancata a livello pubblico. Come ti poni nei confronti delle critiche al governo salvadoregno?
Criticare chi si muove per primo in un settore è un atteggiamento comune, soprattutto quando si tratta di innovazioni e cambiamenti significativi. È inevitabile che in questo processo emergano errori e critiche. Tuttavia, ciò che osservo è una chiara direzione e una forte determinazione nel correggere gli errori da parte della leadership di Bukele, come l’idea di sostituire Chivo con un altro wallet. La sua amministrazione ha apportato notevoli miglioramenti alla sicurezza del Paese in tempi molto brevi. Questo aspetto solleva interrogativi importanti su perché altri Paesi, specialmente quelli considerati più sviluppati, non riescano a ottenere risultati simili in termini di sicurezza e progresso.
Bukele ha anche una maggioranza schiacciante in Parlamento che gli ha permesso di agire piuttosto liberamente e velocemente.
Certo, però la maggioranza se l’è guadagnata. Nonostante le critiche, ritengo che l’approccio di Bukele abbia fornito un prezioso esempio di ciò che può essere realizzato quando si adottano politiche innovative e coraggiose. Il suo impegno nel rendere il Bitcoin moneta legale in El Salvador è un esempio di questo tipo di innovazione.
L’anno scorso hai scritto un libro pensato specificamente per i bambini: “To the moon”. Da dove nasce l’idea?
Sì, ho percepito la necessità di un libro per bambini su Bitcoin perché ritengo fondamentale introdurre la nuova generazione a questo concetto fin da piccoli, in modo da essere più aperta e pronta adutilizzarla in futuro.
Sono diventata mamma cinque anni fa e l’idea di scrivere questo libro mi ha sempre accompagnata. Poi, l’anno scorso, ho deciso di realizzarlo, visto che non esistevano ancora opere sul mercato adatte ai bambini. Ci sono libri illustrati su Bitcoin, ma sono concepiti per un pubblico adulto. La mia intenzione era di creare una storia accessibile ai bambini, specificamente per quelli dai 5 ai 10 anni.
Nel libro ogni personaggio è collegato a un aneddoto reale legato al mondo di Bitcoin o alla sua storia. Ho cercato di spiegare in maniera semplice e leggera cos’è un bitcoin, come viene minato, chi è Satoshi Nakamoto, perché l’alpaca è stato una delle prime mascotte nel campo di Bitcoin. Inoltre, il libro fa riferimento a vari eventi significativi della cultura Bitcoin, come ad esempio l’honeybadger e la famosa transazione per le due pizze.