La società di mining statunitense ha elencato oltre 13 aspetti che potrebbero mettere a rischio i suoi futuri guadagni derivanti dalle attività di mining.
Nel suo ultimo report annuale Riot Platforms ha menzionato possibili fattori che potrebbero compromettere la sua profittabilità in futuro. In particolare, la scarsità di chip semiconduttori abbinata a una crescente richiesta e un numero sempre più elevato di normative ambientali negli Stati Uniti potrebbero rappresentare una minaccia per la redditività della società.
Lo scorso dicembre l’azienda ha acquistato 66.560 miner da MicroBT al costo di $291 milioni, facendo registrare il più grande ordine mai effettuato dalla società. Riot prevede di continuare a pagare costi più elevati per l’acquisizione e l’installazione degli ASIC fino a quando la crisi dei semiconduttori non sarà terminata.
Inoltre, un’agenda particolarmente orientata all’ambiente da parte del governo degli Stati Uniti potrebbe presentare ulteriori sfide per l’azienda. Nuove leggi e normative riguardanti il cambiamento climatico potrebbero imporre spese significative all’azienda e ai suoi fornitori, facendo perdere a Riot un vantaggio competitivo rispetto ai suoi concorrenti situati in altre parti del mondo.
Un settore sempre più competitivo
L’azienda ha poi sottolineato l’importanza di continuare la sua crescita in termini di hash rate data la competitività del settore:
“Per competere in questo settore altamente competitivo, crediamo che dovremo continuare ad acquisire nuovi miner, sia per sostituire quelli persi a causa dell’usura ordinaria e altri danni, sia per aumentare il nostro hash rate al fine di tenere il passo con un hash rate globale in crescita.”