La quota di riserve globali del dollaro USA scende al 58% nel 2024: calo del 14% in 22 anni.
Secondo i dati dell’Atlantic Council la quota del dollaro statunitense nelle riserve globali è scesa al 58% nel 2024, rispetto al 72% registrato nel 2002, un calo del 14% in 22 anni. Dal termine della Seconda Guerra Mondiale il dollaro è la principale valuta di riserva mondiale. L’euro è secondo in questa classifica con una quota di circa il 20%.
Negli ultimi anni le tensioni geopolitiche, come l’invasione russa dell’Ucraina, stanno spingendo diversi Paesi a diversificare le proprie riserve e ridurre l’affidamento sul dollaro.
Le nazioni BRICS, composte da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, sono in prima linea nel promuovere un allontanamento dal dollaro. Negli ultimi due anni i BRICS hanno intensificato gli sforzi per utilizzare le proprie valute nazionali negli scambi internazionali. La Cina è al centro con il suo Cross-Border Interbank Payment System (CIPS), che aspira a creare un’infrastruttura finanziaria alternativa non dipendente dal dollaro o dal sistema SWIFT. Il Paese asiatico sta spingendo per l’uso dello yuan nelle transazioni internazionali, sebbene la sua quota nelle riserve globali sia leggermente diminuita dal 2.8% nel 2022 al 2.3% nel 2023 a causa delle preoccupazioni per l’economia cinese e le tensioni crescenti con gli Stati Uniti e i Paesi del G7.
Nonostante il declino degli ultimi anni, il dollaro statunitense continua a dominare le riserve globali, il commercio e le transazioni internazionali, senza vere e proprie valute rivali.
Il ruolo dell’oro
L’oro sta tornando di moda tra le riserve globali, con quasi un terzo delle banche centrali che pianifica di aumentare le proprie riserve d’oro nel 2024. Le sanzioni del 2022 contro la Russia hanno spinto alcuni Paesi a diversificare le proprie riserve con l’oro.