Possibili rimborsi per migliaia di contribuenti che hanno pagato il 26% nel 2023 e 2024.
Un’analisi legale condotta dalla società italiana Coinlex fondata da Stefano Capaccioli, esperto commercialista e studioso di asset digitali, ha rivelato una clamorosa “falla” nella tassazione delle plusvalenze da criptovalute in Italia.
Secondo lo studio, l’aliquota effettiva per le imposte sostitutive sui guadagni crypto dovrebbe essere del 12,5% e non del 26% come finora applicato. La scoperta potrebbe aprire le porte a potenziali rimborsi per migliaia di investitori che hanno versato imposte in eccesso tra il 2023 e il 2024.
La base della rivelazione risiede in un’attenta lettura della stratificazione normativa, in particolare dell’articolo 5 comma 2 del Decreto Legge 66/2014. Tale norma escluderebbe la lettera c-sexies relativa alle cripto-attività dall’aliquota del 26%, riconducendola invece al 12,5%.
I software e le istruzioni predisposti dall’Agenzia delle Entrate hanno finora obbligato di fatto tutti i contribuenti a versare imposte al 26%, generando un potenziale contenzioso che potrebbe comportare significativi rimborsi.
Capaccioli suggerisce ai crypto-investitori di richiedere un rimborso per il 13,5% dell’imposta versata oltre il dovuto attraverso il modulo in Word presente sul sito di Coinlex.