La mancata allocazione in Bitcoin potrebbe rappresentare un rischio maggiore per le nazioni rispetto all’investimento stesso, secondo l’analista di Fidelity Matt Hogan.
Nel 2025 diversi Stati potrebbero iniziare a includere Bitcoin nelle proprie riserve strategiche nazionali. È quanto emerge dall’ultimo report di Fidelity Digital Assets, che delinea uno scenario di forte crescita per il mercato crypto nel prossimo futuro.
Secondo Matt Hogan, research analyst presso Fidelity Digital Assets, banche centrali, fondi sovrani e tesorerie governative potrebbero presto seguire l’esempio di Paesi come Bhutan ed El Salvador, che hanno già ottenuto “ritorni sostanziali in un periodo relativamente breve” dal loro investimento in Bitcoin.
L’analisi evidenzia come la decisione di non investire in Bitcoin potrebbe paradossalmente rappresentare un rischio maggiore rispetto all’investimento stesso. Tale scenario è determinato da sfide crescenti come l’inflazione, la svalutazione delle valute fiat e deficit fiscali sempre più pesanti.
Hogan suggerisce inoltre che, se gli Stati Uniti dovessero procedere con il loro piano di una riserva strategica di Bitcoin, è probabile che altri Stati inizino ad accumulare in segreto. L’analista ha spiegato:
“Nessuna nazione ha interesse ad annunciare questi piani, poiché ciò potrebbe influenzare altri acquirenti e far salire il prezzo”.
Il report non si limita alle prospettive delle riserve nazionali. Fidelity prevede anche una maggiore diffusione dei prodotti finanziari strutturati legati agli asset digitali, sottolineando il successo già riscontrato dagli ETF spot su Bitcoin ed Ether. Per il 2025 si prevede inoltre che la tokenizzazione emergerà come “killer application”, con una crescita del valore on-chain da 14 a 30 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.
Nel report vengono anche citati alcuni aspetti tecnici legati a Bitcoin. Fidelity evidenzia come l’ecosistema stia continuando a sviluppare diverse soluzioni di layer-2 per migliorare la scalabilità della rete. In particolare vengono segnalati BitVM2, evoluzione del precedente BitVM, e Ark, un protocollo che introduce un sistema di UTXO condivisi. Viene inoltre sottolineato il dibattito all’interno della comunità Bitcoin sul prossimo soft fork, con particolare attenzione ai covenant. Le due proposte analizzate nel report sono OP_CHECKTEMPLATEVERIFY (CTV/BIP-119) e OP_CAT (BIP-420). Infine, spazio anche al mining: viene menzionata la nascita della mining pool Ocean e il rilascio di Datum, un protocollo che mira a decentralizzare il mining, seguendo una filosofia simile a quella di StratumV2.