Una panoramica dei dispositivi per il mining domestico: specifiche, consumi, prezzo e utilità.
Negli ultimi anni il mining domestico di Bitcoin ha suscitato un crescente interesse tra gli appassionati. Tramite l’home mining si partecipa alla gara globale per aggiungere un nuovo blocco alla blockchain di Bitcoin, ogni circa 10 minuti, utilizzando hardware specifico direttamente da casa. Di seguito confrontiamo i principali dispositivi (chiamati anche Bitcoin Lottery Miners) oggi disponibili sul mercato, analizzandone caratteristiche, vantaggi, limiti e il loro ruolo nell’ecosistema Bitcoin.
Hobby tecnologico o qualcosa di più?
L’home mining nasce come hobby o progetto educativo, offrendo la possibilità di avvicinarsi direttamente al funzionamento del mining di Bitcoin. Nonostante i dispositivi casalinghi non siano competitivi sul piano della potenza rispetto ai grandi impianti industriali – che dominano la rete – il loro valore risiede in altro: la partecipazione attiva, anche se in piccola scala, e la possibilità per alcuni utenti di tentare la fortuna con il solo mining.
Quest’ultima è una modalità in cui un singolo miner cerca di risolvere autonomamente un blocco, ottenendo la ricompensa intera, anziché lavorando in pooling. Le probabilità di successo sono estremamente ridotte, rendendo il processo simile a una lotteria. In alternativa, il mining in pool consente di unire la propria potenza di calcolo con quella di altri partecipanti, aumentando le probabilità di trovare un blocco e dividendo poi la ricompensa proporzionalmente.
Un elemento chiave che caratterizza molti di questi dispositivi è il loro approccio open source, che rende hardware e software completamente accessibili: dal design, che può essere personalizzato e studiato a piacimento, fino all’architettura modulare, che facilita l’adattabilità e l’espansione delle tecnologie.
Solo mining in pool o con nodo proprio? Le differenze
Nel solo mining in pool il miner partecipa a una struttura coordinata che ottimizza i tentativi di mining tra i partecipanti, richiedendo minori competenze tecniche ma cedendo parte del controllo alla pool in cambio di una maggiore efficienza organizzativa. Il vantaggio di fare solo mining in pool è utilizzare un protocollo standard e non dover scaricare tutte le transazioni della timechain come farebbe un nodo. I miner si uniscono a una pool che si dedica esclusivamente al solo mining. La pool condivide i tentativi di trovare un blocco, in modo che i partecipanti non facciano gli stessi identici tentativi.
Al contrario, il solo mining con nodo proprio rappresenta l’approccio più puro al mining di Bitcoin, dove il miner gestisce autonomamente l’intero processo, dal mantenimento del nodo alla selezione delle transazioni, contribuendo più direttamente alla decentralizzazione della rete. Il miner gestisce in modo autonomo la propria copia della blockchain e crea i template dei blocchi da minare. Il miner sceglie quali transazioni includere nel blocco, andando a prendere quelle più redditizie dalla propria mempool.
Sebbene entrambi i metodi offrano la possibilità di ottenere l’intera ricompensa del blocco (al netto di eventuali commissioni nel caso della pool), differiscono in termini di requisiti tecnici, controllo operativo e contributo all’ecosistema Bitcoin. Mentre il solo mining in pool è più accessibile ai neofiti, il solo mining con nodo proprio richiede una comprensione tecnica più approfondita ma offre un’esperienza più completa e autonoma.
NerdMiner: la porta d’ingresso all’home mining
Il progetto NerdMiner nasce dal dispositivo Han Solo Miner, prototipo creato con scopi didattici dallo sviluppatore Valerio Vaccaro. Il dispositivo mirava a collegare il concetto astratto del mining ad un oggetto fisico. In seguito, il developer BitMaker, ispirato all’Han Solo Miner, sviluppa il NerdMiner, una versione più intuitiva e con un’interfaccia più curata.
NerdMiner rappresenta una delle soluzioni più economiche e accessibili per intraprendere il proprio percorso nel mining casalingo. Nato come progetto educativo, NerdMiner ha fatto da apripista al mondo dell’home mining. È progettato per fornire un’introduzione semplice e intuitiva ai meccanismi più tecnici del mining.
Caratteristiche principali:
– Specifiche tecniche: il NerdMiner raggiunge un hash rate di 50-80 kilohash al secondo. Tale potenza è insufficiente per risolvere blocchi autonomamente, ma il dispositivo si presta perfettamente a scopi didattici e di sperimentazione. Ha un display che mostra varie informazioni come l’ora, il prezzo di Bitcoin, l’altezza del blocco, l’hash rate e le commissioni di transazione. Dispone di due pulsanti per la configurazione e una porta USB-C per l’alimentazione. È l’unica soluzione completamente open source che permette di modificare l’implementazione di SHA256, ottimizzandola o testando alternative.
– Consumi: il NerdMiner si distingue per un consumo energetico ridotto – appena 1 watt – rendendolo estremamente sostenibile a livello economico.
– Prezzo: con un costo compreso tra 20 e 50 euro, è ideale per chi vuole muovere i primi passi senza effettuare un grande investimento.
– Versatilità: grazie al design completamente open source, è possibile modificare struttura hardware e software. Supporta il solo mining (in pool) e connessioni alle pool tramite il protocollo Stratum V2.
Bitaxe: prestazioni e personalizzazione
Bitaxe rappresenta un’opzione più avanzata rispetto al NerdMiner, offrendo migliori prestazioni senza rinunciare all’approccio open source. Creato da Scott9000, il dispositivo è equipaggiato con un singolo chip ASIC, originariamente progettato per AntMiner, integrato su una scheda personalizzata e raffreddato da una piccola ventola. Il progetto adotta una filosofia open source sia per il software che per l’hardware, con l’unica eccezione del chip ASIC, che rimane una tecnologia proprietaria.
Caratteristiche principali:
– Specifiche tecniche: disponibile in diverse versioni, spiccano i modelli Bitaxe Supra e Gamma. Il primo, con chip BM1368 (utilizzato dall’Antiminer S21), raggiunge un hash rate di 700 gigahash al secondo; il secondo utilizza il BM1370 (utilizzato dall’Antiminer S21 pro), spingendosi fino a 1,2 terahash al secondo.
– Consumi: i dispositivi Bitaxe consumano in media tra 12 e 24 watt, mantenendo comunque una certa efficienza per l’uso casalingo.
– Prezzo: il costo varia dai 100 ai 200 euro a seconda della configurazione, posizionandosi in una fascia intermedia di accessibilità economica.
– Flessibilità: pensato per essere assemblato e adattato secondo le esigenze dell’utente, Bitaxe è adatto sia per il mining in pool che per il solo mining (sempre in pool), offrendo una maggiore versatilità rispetto al NerdMiner. Collegando il dispositivo alle mining pool Braiins o Ocean è possibile ricevere pagamenti direttamente su un Lightning Address.
Braiins Mini Miner (BMM 101): il miner plug-and-play
Braiins Mini Miner è un dispositivo compatto e facile da usare che integra il protocollo Stratum V2, migliorando la sicurezza e ottimizzando la comunicazione con le mining pool. Dotato di un display IPS da 3,5 pollici, presenta 4 chip ASIC sulla scheda, una memoria interna da 4 GB, una memoria RAM da 2 GB, connessione WiFi e uno slot per una scheda microSD.
Caratteristiche principali:
– Specifiche tecniche: il BMM 101 raggiunge un hash rate di 1 terahash al secondo.
– Consumi: circa 40 watt, con un massimo di 80 W in overclock, più elevati rispetto sia al NerdMiner che al Bitaxe. Il costo della corrente necessaria per mantenerlo acceso è stimato a circa $5 al mese con un prezzo dell’energia di 0,17 $/kWh.
– Prezzo: con un prezzo di $299 si colloca nella fascia alta dei miner domestici.
– Pro: semplicità d’uso e limitato livello di rumore rendono il BMM una scelta adatta per chi desidera una soluzione plug-and-play.
Collegando il dispositivo alla mining pool Braiins, è possibile ricevere payout tramite il Lightning Network attraverso un’invoice standard o un Lightning Address. Braiins Mini Miner è stato il primo hardware con supporto integrato per Stratum V2.
FutureBit Apollo II (Full Node): miner e nodo in un unico dispositivo
FutureBit Apollo II è il dispositivo più avanzato della lista, grazie alla sua capacità di combinare funzionalità di mining e full node Bitcoin in un’unica unità. È dotato di un disco NVMe da 2TB, 4GB di memoria RAM, due porte USB 3.0, una porta Ethernet e uscite audio e HDMI.
Caratteristiche principali:
– Specifiche tecniche: utilizza chip ASIC a 5 nm, raggiungendo un hash rate fino a 10 terahash al secondo. Consente inoltre di operare come nodo Bitcoin, mantenendo una copia completa della timechain.
– Consumi: il fabbisogno energetico varia da 175 a 375 watt in base alla modalità scelta, rendendolo più oneroso per un utilizzo quotidiano domestico.
– Prezzo: il costo elevato ($1099) è giustificato dall’integrazione delle funzionalità di mining e full node.
– Pro: ideale per chi cerca un controllo completo sull’infrastruttura e desidera contribuire attivamente alla distribuzione della rete.
Il FutureBit Apollo II permette di scegliere tra solo mining e mining in pool. Il solo mining viene fatto con il proprio nodo Bitcoin in modo autonomo, permettendo di scegliere quali transazioni includere nel blocco. Se si opta per il solo mining occorrerà attendere che il nodo si sincronizzi al 100% con la rete Bitcoin e scarichi tutte le transazioni prima di iniziare a minare.
Si può guadagnare con l’home mining?
No. L’home mining non è generalmente considerato un’attività lucrativa, ma piuttosto un modo per imparare come funziona il mining di Bitcoin e partecipare alla rete.
Il mining casalingo offre due opzioni: partecipare a una mining pool o tentare il solo mining. Il mining in pooling garantisce guadagni minimi ma costanti, nell’ordine di pochi satoshi al giorno, data la limitata potenza di calcolo fornita. Il solo mining invece, pur presentando probabilità di successo estremamente remote, attrae soprattutto gli appassionati di Bitcoin disposti a tentare la fortuna. È importante considerare che mentre la potenza di calcolo complessiva della rete Bitcoin continuerà a crescere nel tempo, le prestazioni di questi dispositivi rimarranno sostanzialmente invariate.
Per quanto riguarda le probabilità di successo, i numeri parlano chiaro: con un NerdMiner la possibilità di risolvere un blocco è di una ogni 190 miliardi di anni, mentre con un Bitaxe le chance variano tra una ogni 40.000 anni e una ogni 12.000 anni, a seconda del modello. Il FutureBit Apollo II offre prospettive leggermente migliori, con una probabilità ogni 1.500 anni.
Tuttavia, a dimostrazione che l’improbabile può accadere, il 29 agosto 2024 un utente è riuscito nell’impresa di trovare un blocco utilizzando un Bitaxe Ultra dopo soli 19 giorni di attività.
Per alcuni utenti minare Bitcoin in casa con questi dispositivi rappresenta più un passatempo tecnologico che un’attività di profitto, paragonabile all’acquisto di un “biglietto della lotteria”: improbabile ottenere una ricompensa significativa, ma affascinante per esplorare il funzionamento della tecnologia.