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Marco Argentieri: “Ark renderà Lightning più efficiente, non è un competitor”

Federico Rivi by Federico Rivi
Giugno 4, 2025
in Bitcoin, Feature, Interview
Marco Argentieri: “Ark renderà Lightning più efficiente, non è un competitor”
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Ai microfoni di Atlas21, Marco Argentieri, Ceo di Ark Labs, ha parlato del protocollo Ark, della sua sinergia con il LN e del dibattito su OP_RETURN.

Durante il Tuscany Lightning Summit 2025 di Viareggio, Marco Argentieri, Ceo di Ark Labs, ha spiegato ai microfoni di Atlas21 perché Ark non è un competitor del Lightning Network e ha discusso il ruolo che il protocollo può svolgere nell’ecosistema.

La conversazione si è aperta con una riflessione sul ruolo di Bitcoin come denaro programmabile: “Credo che Bitcoin debba essere programmable money non solo perché Satoshi stesso ha messo uno script in Bitcoin, quindi un linguaggio di programmazione, ma anche perché quando si inizia a lavorare con commercianti, aziende, processori di pagamento, ci accorgiamo che abbiamo bisogno che Bitcoin sia programmabile per rendere i pagamenti efficaci”, ha spiegato Argentieri.

Secondo il Ceo di Ark Labs, il successo del modello di swap che ha reso popolari wallet come Muun, denota la volontà degli utenti di utilizzare il LN, ma senza la sua complessità tecnica. “Muun è stato uno dei primi wallet a utilizzare questo modello ed è ancora oggi tra i più scaricati proprio per la sua semplicità”, ha osservato il Ceo.

Ma la programmabilità non serve solo agli utenti finali. Argentieri porta l’attenzione sui commercianti, che rappresentano l’altro lato della medaglia nei pagamenti. “Chi riceve pagamenti – i commercianti – per motivi di accounting e per avere regolarità del flusso di cassa, vorrebbe avere una moneta meno volatile”, ha spiegato. La soluzione, per Argentieri, potrebbe essere rappresentata da contratti derivati che permettano di accettare bitcoin senza subire la volatilità, sfruttando strategie di hedging, e per fare ciò “hai bisogno che Bitcoin sia programmabile”.

Ark come tecnologia complementare

Riguardo alla percezione iniziale di Ark come “Lightning killer“, Argentieri ha precisato: “È stato un marketing a breve termine” che ha generato malintesi. “Da subito ho sempre visto Ark e Lightning come due tecnologie completamente diverse e complementari”.

La strategia di Ark Labs lo dimostra: “La prima cosa che abbiamo fatto è stata una partnership con lo swap provider Boltz”, ha raccontato Argentieri. I gestori di canali Lightning hanno bisogno di continui swap per ribilanciare i canali: in questo modo Ark aiuta Boltz a non dover introdurre una blockchain aggiuntiva, ha commentato il Ceo di Ark Labs.

Secondo Argentieri, il rapporto di sinergia funziona in entrambe le direzioni: “Lightning aiuta Ark perché Ark si basa su un approccio client-server con degli operator, e Lightning può essere utilizzato come lingua franca per andare da un’arca a un’altra”. Il risultato è un sistema che Argentieri descrive come “delle banche che non ti possono sequestrare i fondi”.

Sulla questione della scalabilità della self-custody, il Ceo di Ark Labs ha fornito una valutazione realistica dei limiti attuali: “È matematicamente impossibile che ogni utente possa avere un suo UTXO. Ark offre una soluzione attraverso i VTXO (Virtual Transaction Output)”. Argentieri ha utilizzato un confronto per chiarire la differenza: “Descrivo sempre un UTXO come avere il tuo terreno, come comprare una casa fronte mare a Miami negli anni Sessanta. È di tua proprietà, però se vuoi vendere sarà lento e costoso”. I VTXO, invece, sono “come un airbnb – molto semplice entrare e uscire, ma devi pagare un affitto”.

L’aspetto cruciale è l’uscita unilaterale dalla rete: “Ark dà la possibilità di non fare vendor lock-in. È come un affitto dove so che eventualmente potrò sempre trasformarlo in una casa. Non farò questo con pochi satoshi, aspetterò di accumularne abbastanza per permettermi un UTXO intero”, ha affermato Argentieri.

B2B prima del retail

Argentieri vede Ark principalmente come infrastruttura B2B piuttosto che retail: “Inizialmente c’è stata l’idea di Ark come wallet mobile per i pagamenti del caffè, ma credo sia il contrario”.

“Fare le stesse cose che possono essere già fatte con i sistemi fintech tradizionali è un errore”. L’opportunità vera, secondo il Ceo di Ark Labs, sta negli use case che solo Bitcoin può abilitare: “Quando ci sono ancora startup Bitcoin che vorrebbero pagare i propri dipendenti in bitcoin ma non possono per mancanza di infrastruttura, lì c’è il potenziale”.

L’approccio prevede un’adozione iniziale orientata al mondo corporate: “Bitcoin deve prima prendere le aziende e gli operatori sofisticati. Lì ci sono i casi d’uso nuovi che prima di Bitcoin non potevi fare”. Il famoso “caffè pagato con bitcoin”? Non è un problema tecnologico, è un problema di adozione, ha commentato Argentieri.

Arkade: piattaforma per contratti off-chain

Arkade, “il nome della nostra piattaforma online”, rappresenta l’implementazione pratica di questa visione, ha spiegato Argentieri, precisando che si tratta di “un insieme di tecnologie e approcci”. L’obiettivo è creare “la prima piattaforma per eseguire contratti Bitcoin off-chain invece che on-chain, utilizzando Ark per dare l’uscita unilaterale dalla rete”.

L’architettura mantiene la filosofia Bitcoin: “Credo che il modello UTXO sia molto meglio del modello Ethereum, ma ovviamente dobbiamo fare questi contratti off-chain“.

Il caso OP_RETURN

Sul dibattito OP_RETURN, Argentieri ha espresso due posizioni: “A livello tecnologico sono a favore della rimozione perché stiamo vedendo che l’ecosistema sta cercando altri approcci”, spiega. Ma il problema non è tecnico, è politico: “Bitcoin non è solo tecnologia ma anche persone, umani, cultura”.

La critica del Ceo di Ark Labs riguarda i tempi: “Sono contrario al fatto che Bitcoin Core nella versione 29 abbia questa modifica perché molte persone non sono a favore attualmente. Non c’è fretta, facciamolo nella versione 30 così abbiamo altri sei mesi per approfondire il dibattito”.

Per Argentieri, la discussione ha rivelato un problema di governance: “Dal punto di vista politico, questo mostra un errore di comunicazione. Bitcoin non è più un giochino per ragazzini ma un’industria”. E come ogni industria matura, ha bisogno di strutture di governance adeguate, ha suggerito il Ceo di Ark Labs. La proposta di Argentieri include l’introduzione di figure specializzate: “Così come ci sono dei core developer, ci potrebbero essere dei core communicator che dicano ‘aspetta, pensiamoci bene’ prima di prendere decisioni che impattano la comunità”.

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